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Russia. Putin oscura la memoria: chiuso il Museo del Gulag

Marta Ottaviani venerdì 15 novembre 2024

Il Museo del Gulag

Un altro simbolo della Russia post comunista chiude i battenti. Da ieri il Museo dei Gulag non è più visitabile. Ufficialmente, la struttura è stata chiusa "fino a data da destinarsi" a causa di motivi di sicurezza, riguardanti in particolare l’impianto anti incendio. Ma per i media indipendenti hanno rivelato che, dietro la decisione, ci sono sia il Cremlino, sia l’Fsb, il potente servizio segreto russo da cui proviene anche il presidente, Vladimir Putin.

A validare questa ipotesi, ci sono le testimonianze di alcuni dirigenti del comune di Mosca che, parlando in forma anonima, hanno rivelato di aver organizzato più volte durante l’ultimo anno ispezioni nella struttura e non aver mai riscontrato irregolarità. Le stesse hanno dichiarato di aver ricevuto pressioni dalla Piazza Rossa e dalla Lubyanka per chiudere lo spazio espositivo, che nel 2021 era stato anche dichiarato il miglior museo d’Europa, dicendo chiaramente che le motivazioni di sicurezza sarebbero una scusa per mascherare una decisione destinata a suscitare polemiche.

Rimane solo da capire il perché di questa chiusura così repentina. Anche su questo punto, i media russi indipendenti hanno una spiegazione. A provocare l’irritazione di Putin e dei servizi segreti sarebbe stata la decisione di ospitare una preghiera per le vittime della repressione politica lo scorso 30 ottobre, la data dedicata a questa triste ricorrenza. Le autorità avevano vietato la manifestazione, utilizzando come scusa la pandemia da Covid-19, che continua a essere utilizzata come pretesto per impedire agli oppositori di riunirsi. La decisione della chiusura ha colto di sorpresa tutto il management e il personale del museo, a cui è stata notificata l’ispezione che ha decretato i sigilli alle porte appena una settimana prima. Aperto nel 2001, il Museo dei Gulag rappresentava la nuova Russia, disposta a riflettere sul suo passato.
Sotto i colpi della repressione putiniana sono già caduti anche l’organizzazione Memorial, premio Nobel nel 2022, il centro Sakharov e il Moscow Helsinki Group.