Il dissidente cattolico cubano Oswaldo Payá,
vincitore del premio Sakharov per i diritti umani che ha trascorso la
sua vita a sfidare il regime comunista dell'isola, è morto in un
incidente stradale a Cuba. A confermarlo padre Manuel Gonzalez giunto a
Bayamo, luogo dell'incidente, per l'identificazione. "Ci sarà
un'autopsia e un'inchiesta", ha aggiunto Gonzales. Gustavo Machin,
funzionario dell'International Press Center, dipartimento del ministero
dell'Interno, ha fatto sapere che nell'incidente ha perso la vita anche
un'altra persona e che due stranieri, uno spagnolo e uno svedese, sono
rimasti feriti.La famiglia di Oswaldo Payá non crede alla versione dell'incidente stradale. Per la figlia
di Payà, Rosa Maria, la sua morte è stata provocata
intenzionalmente. La donna, in particolare, ha riferito di
alcune testimonianze in base alle quali un camion stava
tamponando l'auto in cui viaggiava l'oppositore cubano cercando
di farla uscire di carreggiata.
"Volevano causare un incidente e hanno finito per uccidere
mio padre", ha detto Rosa Maria.La versione della donna potrebbe essere confermata anche da
un articolo pubblicato dal "Nuevo Herald", secondo cui Payà
alcune settimane fa era già stato coinvolto in un incidente
automobilistico.
Frattanto anche all'Avana circolano le prime reazioni alla
notizia della morte del dissidente. Il site governativo "Cubadebate" ha definito "deplorevole" l'incidente in cui
Payà è rimasto vittima, mentre la rivista cattolica "Espacio
laical" si è dichiarata "costernata" per l'accaduto.Dopo la fondazione del Movimento di liberazione cristiano, Oswaldo Payá, iniziò una campagna di sensibilizzazione per la nascita di un dialogo nazionale, si legge sul sito ufficiale del dissidente. L'11 giugno 1991 Paya venne aggredito nella sua casa dalle cosiddette 'brigate di risposta velocè. Quest'atto determinò l'interruzione della raccolta delle firme e la decisione di studiare un piano di transizione per trasformare pacificamente la società cubana.Nel 1993 ricominciò il suo progetto di raccolta firme per chiedere libere elezioni in Cuba. Nel 1996 elaborò il Progetto Varela, ovvero la richiesta di referendum per convertire in legge: il diritto alla libertà di espressione, la libertà di stampa, la libertà di associazione, il diritto dei cittadini cubani a fare impresa (attualmente previlegio degli stranieri) modifica della legge elettorale e amnistia per i prigionieri politici. Sulla base del Progetto Varela, Payá riunì la maggioranza delle organizzazioni dissidenti dentro l'isola, pubblicando il manifesto Tutti uniti.Nel 2001 tutto il movimento democratico unito dell'isola riuscì a raccogliere le 10.000 firme necessarie per convertire il Progetto Varela in una proposta di legge. Il 5 luglio 2002 Fidel Castro decise di interrompere la sessione dell'Assemblea in modo da non far discutere il Progetto Varela. La proposta pacifica di Paya, la mobilitazione dei cittadini cubani, richiamò l'attenzione internazionale verso l'isola tanto che il Parlamento Europeo decise di assegnare, il Premio Sakharov per i diritti umani ad Oswaldo Payá, che "rappresenta per molti cubani di oggi, quello che Andrei Sakharov rappresentò negli anni 80 per molti cittadini sovietici: la speranza".