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Gaza. Morto sotto le bombe Kfir, 10 mesi, l'ostaggio più piccolo di Hamas

Redazione online mercoledì 29 novembre 2023

Kfir, l'ostaggio più giovane di Hamas, è stato ucciso dai bombardamenti a Gaza

Non c'è più speranza. Il più piccolo degli ostaggi israeliani del raid di Hamas del 7 ottobre è morto. Kfir Bibas, dieci mesi compiuti in prigionia, non tornerà in Israele. Doveva esserci anche lui, insieme al fratellino Ariel di 4 anni e alla madre Sherry Silverman nelle liste di coloro - donne e bambini - che avrebbero dovuto essere rilasciati. Ma Hamas aveva fatto sapere che non li trovava e questo faceva pensare che fossero stati passati a un altro gruppo terroristico. E oggi è arrivata la triste conferma: le Brigate al Qassam, ala militare di Hamas, hanno fatto sapere che i tre "sionisti detenuti sono morti a causa dei precedenti bombardamenti sionisti sulla Striscia di Gaza", si legge in una nota.

La famiglia Bibas, di origine argentina, era stata rapita dal kibbutz Nir Oz, una comunità molto vicina a Gaza. Aveva commosso il mondo il breve video in cui la madre abbracciava in lacrime, in preda al terrore, i suoi due bambini dai capelli rossi davanti ai terroristi che avevano assaltato la sua casa.

In questi giorni, dopo il rilascio di oltre 80 ostaggi - 61 israeliani e 20 stranieri - nell'ambito dello scambio di bambini e donne
con prigionieri palestinesi parallelo alla tregua a Gaza, è scoppiata polemica sul fatto che i due bambini e la madre, fatti prigionieri insieme al padre Yarden non erano ancora stati rilasciati, dato che Kfir era il più piccolo degli ostaggi.

Alcuni giorni fa i familiari della famiglia Bibas avevano riferito di temere per la loro salute - il piccolo Kfir non era stato ancora svezzato e si alimentava solo con il latte - e avevano chiesto la loro liberazione nell'ambito del prolungamento del cessate il fuoco temporaneo. «Tutti gli altri bambini sono già stati rilasciati. Non sappiamo dove siano tenuti" né "nulla sulle loro condizioni", aveva detto Ofri Bibas, sorella del padre Yarden e zia dei bambini, in una conferenza stampa.

Secondo il portavoce dell'esercito israeliano, Avichai Andraee, la famiglia era stata inizialmente rapita da Hamas, ma poi trasferita a un altro gruppo armato palestinese, che l'avrebbe tenuta nella zona di Khan Younis.

Il dolore per questa morte si mescola alla speranza che la tregua continui, e che altri israeliani vengano rilasciati. Al momento Israele ritiene che almeno 161 ostaggi presi il 7 ottobre siano ancora a Gaza. Tra questi 146 sono israeliani (alcuni dei quali con doppia nazionalità), 15 stranieri e almeno quattro sono i minori sotto i 18 anni mentre nella lista figurano almeno 10 persone di oltre 75 anni.

Finora sono stati rilasciati un totale di 86 ostaggi (di cui 66 israeliani): 60 israeliani nell'ambito dell'accordo con Hamas, alcuni dei quali hanno la doppia nazionalità, 20 stranieri e 4 donne rilasciate prima dell'accordo. I resti di due rapiti che sono stati uccisi sono stati localizzati dai soldati dell'Idf.

Ma la strage continua anche sul fronte palestinese: oggi due adolescenti palestinesi, uno di 14 e l'altro di 17 anni, sono rimasti uccisi negli scontri con le truppe dell'esercito israeliano che effettuava operazioni in Cisgiordania. Lo ha reso noto il ministero della Sanità palestinese. Testimoni avevano riferito di scontri con giovani che lanciavano pietre contro veicoli militari e soldati che rispondevano con il fuoco. Nella notte un giovane palestinese era rimasto ucciso a Beitunia, un villaggio tra la prigione israeliana di Ofer e Ramallah.