Un commando di uomini armati ha appiccato un incendio e aperto il fuoco all'interno di un casinò nella città messicana di Monterrey causando la morte di 53 persone. Lo ha reso noto il governatore dello Stato di Nuevo Leon, Rodrigo Medina, in un'intervista all'emittente Televisa.Secondo quanto riferito dal governatore, sei criminali si sono introdotti ieri sera nel Casinò Royale. Una volta al suo interno i sei hanno cominciato ad aprire il fuoco all'impazzata e a cospargere il locale di un "liquido infiammabile". Molta gente, terrorizzata per gli spari e le esplosioni, si è rifugiata all'interno delle toilette invece che scappare dalle uscite di emergenza trovando la morte tra le fiamme dell'incendio divampato poco dopo l'attacco. Secondo la stampa locale, i casinò di Monterrey sarebbero spesso oggetto di attacchi perchè i proprietari si rifiutano di versare il pizzo a organizzazioni criminali legate ai cartelli della droga.
I SOPRAVVISSUTI"Hanno buttato a terra la benzina e poi hanno iniziato a sparare perchè prendesse fuoco", racconta disperato uno dei sopravvissuti all'inferno scatenato ieri pomeriggio da un commando criminale al Casino Royale di Monterrey, in Messico. Le testimonianze sono raccolte dal quotidiano "La Jornada"."Li hanno lasciati morire", afferma con un filo di voce Patricia Saenz. Lei si è potuta salvare, ma non sa cosa ne sia del marito, Eduardo Martinez Cavazos. "Stavamo correndo insieme, poi ci siamo persi di vista. Dopo ci siamo sentiti per telefono e mi ha detto 'più tardi, più tardi, mia regina. Non riesco a respirare".I due testimoni spiegano di aver sentito gli uomini armati e incappucciati gridare: "Ora bastardi vi portiamo all'inferno tutti", poi le esplosioni e la fuga disordinata.
CALDERON PROCLAMA TRE GIORNI DI LUTTO NAZIONALEIn un messaggio trasmesso dalla tv nazionale, il presidente messicano Felipe Calderon ha condannato energicamente l'attacco al Casino Royale di Monterrey ed ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Il capo di stato ha rivolto un appello a tutte le forze politiche del Paese affinchè pongano fine a tutte le "bassezze" che impediscono di combattere il crimine organizzato con tutti gli strumenti disponibili. Calderon, nel corso del suo intervento, ha anche definito corresponsabili gli Stati Uniti per la violenza che il Paese soffre a causa del narcotraffico.