La definizione. America Latina, una e plurale
La favela di Rocinha a Rio de Janeiro
Che cos’è l’America Latina? Sono trascorsi quasi duecento anni da quando Michel Chevalier coniò l’ormai celebre definizione per contrapporla all’América hispánica, in voga dopo la scoperta-conquista. Eppure resta una categoria sfumata, mutevole, ambigua. Alla quale se ne sono aggiunge via via altre: “Indoamérica” del peruviano Víctor Haya de la Torre, “Eurindia” dell’argentino Ricardo Rojas, fino al neologismo “Iberosfera”. Non è mai stato facile e non lo è tuttora racchiudere in una parola la sterminata regione che si estende tra il Rio Bravo e la Terra del Fuoco. Tante sono le divergenze culturali, politiche, sociali, economiche. Eppure ci si ostina a farlo poiché esiste un’unità che prevale sulla differenza. Dal punto di vista geopolitico, attualmente, ora il termine indica un’unità di fondo che prevale sulle differenze. In quest’ottica lo impiega Diego Battistessa in “Moleskine Sur”, pubblicato da Orizzonti geopolitici. Un viaggio nelle pieghe del Continente alla ricerca del filo rosso che lo lega nella contemporaneità. L’autore, analista e ricercatore, sceglie di iniziarlo dall’aspetto, forse più importante, che continua a imprigionarne la storia: l’estrattivismo. Nel XXI secolo come nel XV, l’America Latina è serbatoio di materie prime per il mercato globale. Un sistema ecocida e, insieme, omicida poiché accanto alla distruzione dell’ecosistema da parte di compagnie nazionali e internazionali, viene sistematicamente sterminato, grazie alla rete di connivenze, chiunque si oppone. Diego Battistessa prosegue con un aspetto inedito: l’America Latina afrodiscendente, una minoranza troppo tuttora tenuta ai margini, che rappresenta un abitante su quattro dei latinoamericani. Per poi inoltrarsi nei meandri delle favelas brasiliane, nell’Haiti preda di una tra le più cruente guerre invisibili di questo tempo, nell’universo delle radio caraibiche. Pagina dopo pagina, prende forma un mosaico variegato, complesso, ricco di chiaroscuri. Il risultato è un libro incredibilmente ricco e sorprendente, in grado di affascinare i lettori poco avvezzi alle questioni latinoamericane come gli specialisti.