Didattica di guerra. In Ucraina e Russia il conflitto irrompe sui banchi di scuola
Un testo scolastico russo parla dell'operazione speciale in Ucraina
Marta Ottaviani
La guerra irrompe con prepotenza nelle scuole russe e ucraine, in modalità e con finalità differenti. Ma con un unico comune denominatore: dopo il 24 febbraio 2022 nulla sarà più come prima, nemmeno fra i banchi. Il primo settembre a Mosca inizia il nuovo anno scolastico. Una data che rappresenta una “festa lavorativa” nel Paese e che quest’anno sarà più significativa che mai. Sui libri di testo, fin dai primi anni di corso, sono comparso capitoli dedicati a quella che nel Paese chiamano ancora «l’operazione militare speciale», ossia la guerra in Ucraina. Se ne ripercorrono le origini e soprattutto si sottolinea come questa fosse inevitabile a causa della Nato. Non quindi un’operazione di offesa, come ritiene la maggior parte della comunità internazionale, ma la necessità di reagire a un attacco dell’Occidente.
Si pongono insomma le basi per un contrasto sul lungo termine, portato avanti, per quando la guerra sarà finita, non con le armi convenzionali, ma quelle della verità ribaltata. Si tratta di una strategia che per il presidente Putin è dettata soprattutto dalla necessità. Le statistiche ufficiali parlano di un consenso ancora molto compatto attorno alla sua persona, ma questa guerra sta durando molto più del previsto e, oltre ai giovani che non tornano più casa dal fronte, il popolo russo deve iniziare a fare i conti anche con un’economia che risente in modo sempre più rilevante delle sanzioni. La svalutazione del rublo e le conseguenti operazioni di emergenza della Banca centrale sono solo la punta dell’iceberg, sotto la quale si celano i tagli alla sanità pubblica per finanziare il conflitto e una popolazione che andrà incontro nei prossimi mesi a una condizione di impoverimento progressivo.
Il popolo russo ha bisogno di una nuova operazione di indottrinamento che parta già dall’infanzia. Per i gradi di istruzione superiori, ci sono le ore di educazione militare nel senso stretto del termine, dove gli studenti verranno addestrati a cavarserla nelle situazioni più estreme oltre a padroneggiare l’utilizzo delle armi più comuni come le bombe a mano e i Kalashnikov. In quest’ultimo caso, dovranno imparare a smontarli e rimontarli. Il tutto in ore sottratte al programma accademico. Segno che la guerra potrebbe durare ancora a lungo e che Putin è pronto a mandare in prima linea i più giovani e inesperti, pur di alimentare il suo progetto bellico. Un discorso a parte meritano i giovani ucraini strappati alla loro terra e alle loro famiglie e che adesso si trovano sul territorio russo. Un comitato investigativo speciale, guidato dal generale Alexander Bastrykin, ha selezionato centinaia di studenti provenienti dal Donbass e li ha presi sotto la propria ala. Questi, oltre a frequentare le scuole in Russia con i programmi descritti sopra, sono avviati a un programma di educazione nelle forze di sicurezza russe, dove vengono letteralmente riprogrammati. Viene insegnato loro ad amare la propria patria, intesa come la Russia e non l’Ucraina e, complice la mancanza dei genitori, vengono cresciuti nelle strutture del comitato investigativo, dove si “abituano” alla nuova comunità e vengono addestrati per diventare spie, ispettori o persone addette al controllo del territorio.
Se a Mosca si interviene sull’educazione e l’istruzione per convincere i più giovani che la guerra in Ucraina è una causa giusta, dall’altra parte della barricata – in Ucraina –, l’operazione sulle scuole è dettata da un’esigenza di sicurezza nazionale. A farla da padrona, non è tanto l’educazione strettamente militare, come in Russia, ma più in generale lo studio della storia. Le autorità di Kiev temono che la visione distorta degli eventi, proposta dalla propaganda di Mosca possa, se non influenzare, almeno fiaccare lo spirito patriottico, anche quello dei più piccoli che, in molte parti del Paese, non hanno nemmeno più strutture per fare lezione degne di questo nome. Per questo motivo, nei libri di testo sono stati introdotti termini fino a questo momento sconosciuti.
Il più importante è «putinismo», definito come quell’ideologia, priva di fondamenti storici e culturali, con la quale il presidente Putin e la Russia su territori e popolazioni che non gli appartengono.