"Se mi permettete di definire
Marcos, il personaggio, allora direi senza esitazioni che è
stato un travestimento pubblicitario". Con il suo solito
stile ironico il subcomandante Marcos ha annunciato
l'abbandono della direzione dell'Ezln, il movimento zapatista
messicano, che fece irruzione nel 1994 sulla scena
internazionale prendendo il controllo di cinque comuni del
Chiapas in concomitanza con l'entrata in vigore del Nafta, il
libero trattato commerciale fra Messico, Usa e Canada.Marcos
non aveva fatto più apparizioni in pubblico fino a sabato
scorso, in occasione dei funerali di un membro dell'Ezln
nella città di Las Margaritas, ucciso in uno scontro a fuoco
con una comunità contadina all'inizio del mese.
La sua sparizione aveva alimentato voci su una possibile
grave malattia. "La sostituzione del Comandante non avviene
né per malattia, né per decesso, né per mutazioni interne
o per epurazioni, ma è dovuta ad alcuni cambiamenti interni
che hanno già riguardato o riguarderanno l'Ezln", si legge
in un comunicato del movimento zapatista.Con il volto perennemente coperto dal passamontagna, la
figura di Marcos, che il governo messicano ha identificato in
Rafael Sebastian Guillen, nato nel 1957, è stata spesso
paragonata negli anni a quella di Che Guevara, pur rimanendo
il paradigma dell'anti leader. In un'intervista alla
giornalista canadese Naomi Klein il "subcomandante" dichiarò che "Marcos è un
gay a San Francisco, nero in Sudafrica, un asiatico in
Europa, un Chicano a San Ysidro, un anarchico in Spagna, un
palestinese in Israele, un indio maya a San Cristobal, un
ebreo in Germania, uno zingaro in Polonia, un mohawk in
Quebec, un pacifista in Bosnia, una donna sola in
metropolitana alle dieci di sera, un contadino senza terra,
un membro di una gang in una baraccopoli, un operaio senza
lavoro, uno studente infelice e, naturalmente, uno zapatista
sulle montagne".