«Sorpreso? No. Addolorato semmai. Terribilmente addolorato ». È tragico aver ragione a volte. Non è una “Cassandra messicana”
padre Alejandro Solalinde Guerra, direttore della casa-rifugio per migranti “Hermanos en el Camino” di Ixtepec. «Solo mi rifiuto di chiudere gli occhi di fronte alla realtà». Anche quando farebbe comodo. Perché la realtà in questione ha un nome agghiacciante: traffico di organi. Il coraggioso sacerdote denuncia dal 2007 l’orrendo commercio, portato avanti dai gruppi di narcotrafficanti – o cartelli come si dice a Sud del Rio Bravo – insieme a quello della droga. Per sette anni le autorità hanno negato. «Che fantasia, padre – dicevano –. È impossibile che i narcos possiedano la tecnologia necessaria per fare espianti clandestini». Almeno fino a ieri. Quando il responsabile della sicurezza del Michoacán, Carlos Hugo Castellanos, ha dichiarato, per la prima volta in assoluto: «Abbiamo sgominato una banda criminale dedita al traffico di organi». Un lungo lavoro di intelligence – ha raccontato il funzionario pubblico – avrebbe portato all’arresto, il 13 marzo, di Manuel Plancarte, nipote del boss dei Cavalieri Templari, Enrique Plancarte. Il giovane avrebbe ammesso le accuse. E cioè l’individuazione sistematica e la cattura di minori sani, per estrarre loro gli organi e rivenderli nel “fiorente” mercato nero. In cui un rene vale almeno 19mila euro. In realtà – secondo altre fonti ben informate –, le autorità sarebbero state costrette a intervenire dopo che i gruppi di civili anti-narcos – le cosiddette “autodefensas”, molto attive nel Michoacán – avrebbero intercettato a Tepacaltepec un camion con una cella frigo piena di bambini, ancora vivi. «È la stessa tecnica dei Los Zetas: sequestrano i piccoli e li portano dove ci sono medici e cliniche compiacenti per l’estrazione. Si rende conto di che rete di complicità hanno messo in piedi?», afferma padre Solalinde abituato alla barriera di reticenze delle istituzioni. Già in aprile nell’aprile 2012, nel villaggio di Villa Tapijulapa, erano stati scoperti i corpi di quattro piccoli privi di organi. Lo scorso novembre, padre Solalinde aveva denunciato proprio sulle colonne di Avvenire, il ritrovamento di un numero «scandaloso di cadaveri» di migranti completamente “svuotati” a Mictla, nel Oaxaca». I centroamericani – ogni anno in mezzo milione attraversano irregolarmente il Messico per raggiungere gli Usa – non interessano. Per questo è tanto facile per i narcos farli sparire in decine di migliaia all’anno. Molti finiscono nel mercato degli organi. Soprattutto i minori non accompagnati, il cui numero è quadruplicato nel giro di due anni. I trafficanti ora hanno perfezionato ed esteso il sistema anche ai locali. «Non si fermeranno fin quando lo Stato non interverrà combattendo corruzione e impunità», conclude il sacerdote. L’ammissione di ieri è solo il primo, timido passo.