Coronavirus. Dalla Germania al Portogallo, l'Europa in lockdown. Merkel: durerà a lungo
Angela Merkel avverte che il lockdown potrebbe durare più di un mese
Mentre i morti di Covid-19 nel mondo hanno superato il muro dei 1,2 milioni, la seconda ondata dei contagi ormai è così forte da avere incrinato anche le ultime difese erette dai governi contro l'idea di un nuovo lockdown. E pure chi aveva giurato che non l'avrebbe più fatto ora si ritrova di nuovo a chiudere, seppure con formule e gradazioni di severità diverse da Paese a Paese: nei giorni scorsi Francia (che oggi è andata di nuovo oltre i 52 mila casi), Austria, Repubblica Ceca, Belgio; ora Germania, Regno Unito, Portogallo e ampie zone della Grecia.
A certificare la gravità della situazione è l'Organizzazione mondiale della sanità. A fronte dei "casi che in alcuni Paesi in Europa e in Nord America continuano a salire", queste regioni si trovano "in un momento critico per agire", ha ammonito il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, anche lui finito in quarantena dopo un contatto con un positivo.
In Germania, che sabato ha toccato il picco di 19.000 nuovi contagi, è entrato in vigore il semi-lockdown deciso la settimana scorsa dalla cancelliera Angela Merkel e dai presidenti dei Laender. Fino alla fine del mese dovranno restare chiusi bar, ristoranti, teatri, cinema, sale da concerto, istituzioni culturali e da intrattenimento, centri sportivi e cosmetici. Restano invece aperte le scuole e gli asili, e i negozi, anche se con restrizioni severe. In vigore anche restrizioni sui contatti: nei luoghi pubblici non possono incontrarsi oltre due famiglie e non più di 10 persone.
Nessuna certezza che il lockdown tedesco finirà il 30 novembre come programmato inizialmente perché la crescita del virus, in questo momento, è "esponenziale", e il 75% dei casi di infezione non è più tracciabile. A dirlo, in conferenza stampa, è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel. "Abbiamo quattro lunghi mesi invernali davanti a noi e la luce alla fine del tunnel è ancora lontana", ha detto la Merkel. Il numero di pazienti Covid-19 in terapia intensiva è "raddoppiato in 10 giorni", ha detto ancora la cancelliera e "il governo non poteva restare a guardare".
L'obbiettivo del nuovo lockdown è "rendere di nuovo possibile ricostruire la catena dei contatti", ha detto ancora la Merkel, "non credo ci saranno grandi rumorose feste per San Silvestro".
L'appuntamento decisivo sarà a metà mese quando si farà il punto sull'efficacia delle misure scattate ai primi di novembre. Obbiettivo: tornare sotto la soglia dei 50 contagi su 100.000 abitanti in sette giorni.
Boris Johnson lascia Downing street per andare a Westminster a difendere davanti ai deputati il nuovo lockdown nazionale - Ansa
TOCCHERA' AI DEPUTATI DI WESTMINSTER DECIDERE SE PROLUNGARE IL LOCKDOWN
Quaranta giorni persi e migliaia di vite sprecate. Queste le accuse del leader dell'opposizione laburista Keir Starmer al premier britannico Boris Johnson. "Il 21 settembre i consulenti scientifici del comitato governativo "Sage" hanno avvertito il primo ministro che era necessario introdurre un lockdown breve e intenso, in coincidenza con le vacanze autunnali di metà ottobre, ma il premier ha deciso di ignorare i loro suggerimenti, sacrificando la vita di migliaia di cittadini", ha detto alla Camera dei Comuni il leader dell'opposizione che, comunque, ha deciso di sostenere il nuovo lockdown nazionale introdotto sabato. L'appoggio di Starmer garantirà a Johnson, che si trova ad affrontare la ribellione di molti deputati conservatori che pensano che il danno economico e psicologico proveniente da una nuova chiusura sia più grave dell'emergenza sanitaria, l'approvazione del lockdown da parte del parlamento..
Johnson si è difeso dicendo che la Gran Bretagna ha introdotto una chiusura nazionale anche se il tasso di morti e di infezioni è più basso di quando, in Francia, è stata avviata la stessa misure.
La Gran Bretagna, dove il conto dei morti ha raggiunto 46.717 secondo le statistiche ufficiali ma sarebbe, in realtà, molto più alto registra 20.000 nuovi contagi al giorno e potrebbe arrivare a 80.000 morti questo inverno.
Le nuove misure anti-Covid più stringenti, decretate dal premier britannico Boris Johnson in Inghilterra, resteranno in vigore fino al 2 dicembre e saranno poi i deputati a votare su come proseguire la lotta al coronavirus. E' stato un portavoce di Downing Street a confermarlo dopo che alcuni deputati conservatori hanno protestato, sostenendo che sono regole eccessive. "Scadranno automaticamente il 2 dicembre e i parlamentari voteranno su come procedere", ha affermato.
Il governo Tory britannico di Boris Johnson si è impegnato a "lavorare insieme" ai leader di tutte le nazioni del Regno Unito - autonome in materia di emergenza sanitaria in forza della devolution - per assicurare al Paese "un approccio condiviso" sulla gestione della pandemia a Natale, quando si spera di poter ristabilire un'assai parziale normalità per la popolazione dopo il previsto lockdown bis.
Un confinamento su cui è previsto, per la prima volta, il voto parlamentare mercoledì (con l'approvazione che appare scontata nonostante alcune polemiche contrapposte), oltre all'impegno del governo per un ulteriore voto sulle misure successive per inizio dicembre.
Scozia e Irlanda del Nord restano, comunque, per ora, ancorate a una strategia diversa dall'Inghilterra ovvero restrizioni severe ma parziali, mentre il Galles (a guida laburista) il suo lockdown lo ha già in vigore dal 23 ottobre e prevede al momento di alleggerirlo dal 9 novembre col ritorno ai contatti in casa fra due nuclei familiari diversi.
IL PRINCIPE WILLIAM HA NASCOSTO CHE AVEVA IL COVID
Frattanto Buckingham Palace - in imbarazzo per le rivelazioni sul contagio da Covid-19 tenuto segreto dal principe William ad aprile - fa sapere oggi che la regina Elisabetta e il principe consorte Filippo, 94 e 99 anni, sono tornati, come pianificato da tempo, nel castello di Windsor dopo aver lasciato la residenza di Sandringham, Norfolk. Qui è previsto che restino sostanzialmente isolati, con contatti limitati allo staff strettamente necessario e poco altro, a tempo indeterminato: certamente fino a oltre il loro 73esimo anniversario di matrimonio, in calendario il 20 novembre.
IN PORTOGALLO SECONDO LOCKDOWN (PARZIALE)
In Portogallo il secondo lockdown, seppure parziale, scatterà mercoledì e per almeno due settimane coinvolgerà circa il 70% della popolazione. Come in altri Paesi europei, le restrizioni saranno meno severe di quelle imposte in primavera. Le persone potranno spostarsi per andare al lavoro se non possono lavorare da casa e potranno accompagnare i bambini a scuola. I negozi dovranno chiudere entro le 22 e le aziende dovranno adottare orari di lavoro scaglionati. Il governo del primo ministro Antonio Costa non ha poi escluso ulteriori restrizioni come uno stop ai viaggi.
IN GRECIA "CHIUDE" SALONICCO
La Grecia ha invece annunciato un lockdown di due settimane nella sua seconda città più grande, Salonicco, dove saranno sospesi anche i voli in partenza e in arrivo. Tutto rimarrà chiuso, tranne le scuole, che anche qui saranno risparmiate. Le ultime restrizioni seguono a dei lockdown localizzati nelle regioni di Kozani e Kastoria, nel nord, e a nuove strette ad Atene e altre città. Il resto del Paese dovrà rispettare un coprifuoco notturno e l'obbligo di usare la mascherina negli spazi pubblici al chiuso.
LA SPAGNA RESISTE
In Spagna per ora il governo centrale insiste nel non voler prendere in considerazione l'ipotesi del lockdown, ma nelle regioni c'è chi si è già arreso: le Asturie, nel nord, hanno chiesto di autorizzare un confinamento di 15 giorni. È la prima delle 17 regioni del Paese a richiedere questo provvedimento all'esecutivo centrale.
IN SALITA I CONTAGI IN BOSNIA-ERZEGOVINA
Continua a salire il numero dei contagi in Bosnia-Erzegovina, dove, nelle ultime 24 ore, i nuovi casi di coronavirus sono stati 764, su 1.588 test effettuati. Da ieri, riferiscono le autorità sanitarie, sono stati annunciati 32 decessi legati alle conseguenze del Covid-19. I totali nel Paese balcanico da inizio epidemia salgono a 52.269 casi di infezione e 1.280 morti.