Meriam non ha più le catene.
La donna cristiana sudanese condannata a morte per apostasia,
che qualche settimana fa ha partorito la sua bambina in carcere, è
stata liberata dai ferri. Lo ha reso noto uno dei legali della
donna."Le hanno tolto le catene" dopo il parto, ha detto
l'avvocato Mohanad Mustafa, spiegando che è stato per un
"ordine del medico".Nata da padre musulmano, Ibrahim Yahia Meriam Ishag, 27 anni,
è stata condannata a morte il 15 maggio da un tribunale
criminale sotto la legge islamica che vieta le conversioni.
Sposata con un cristiano ortodosso e già madre di un bambino di 20 mesi, è
stata anche condannata a 100 frustate per "adulterio", perché
secondo l'interpretazione locale della sharia, qualsiasi
unione tra un musulmano e non musulmano è considerata
"adulterio".
Il caso di Meriam ha suscitato settimane di mobilitazione e
forti proteste da parte della comunità internazionale. Tra i primi a muoversi è stato proprio
Avvenire. La nostra campagna ha ricevuto decine di migliaia di adesioni in Italia e all'estero.