Terrorismo. No al fondamentalismo: il fratello di Merah attraversa la Francia a piedi
Il quarantenne Abdelghani Merah, fratello del terrorista Mohammed, sta girando a piedi la Francia
Cinque anni fa, in piena campagna presidenziale, il cognome Merah era divenuto in Francia un nuovo sinonimo della barbarie jihadista, nella scia sanguinaria degli attentati di Mohamed Merah, «il mostro di Tolosa» che aveva assassinato dei militari prima di assaltare una scuola confessionale ebraica nel cuore della «città rosa» del Midi: in pochi giorni, 7 vittime, fra cui 3 bambini.
Cinque anni dopo, sullo sfondo di una nuova corsa per l’Eliseo, un altro Merah della stessa famiglia, il primogenito quarantenne Abdelghani, ha indossato uno zaino e si è messo in marcia attraverso la Francia, come una sorta di Forrest Gump, per denunciare la propagazione del jihadismo fra i giovani. Un modo anche per tentare di riscattare il cognome di famiglia, macchiato pure dalla presunta complicità criminale con Mohamed di un terzo fratello, Abdelkader, che sarà processato in autunno.
«So bene che mio fratello ha traumatizzato la Francia nel 2012 in piena campagna presidenziale. Cercherò quest’anno di far ascoltare la voce di un altro Merah», ha spiegato Abdelghani, mettendosi in cammino a Marsiglia l’8 febbraio. L’itinerario scelto è lo stesso della «Marcia dei beurs» del 1983, vasta mobilitazione popolare in favore dell’integrazione in Francia della popolazione con radici familiari maghrebine. Per Abdelghani, si tratta pure di un atto coerente con le denunce reiterate degli atti dei fratelli, negli ultimi anni: «Marcio per la convivenza pacifica, contro le discriminazioni e per questa gioventù disorientata», spiega. Dopo aver attraversato il Paese al ritmo di almeno 25 km al giorno, il quarantenne spera di essere ricevuto a Parigi dal ministro socialista della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas.