Fin quando i bimbi saranno “invisibili”, gli abusi sull’infanzia – da parte della polizia, delle gang, delle mafie – continueranno. Parte da questa consapevolezza la campagna “Salviamo i nostri figli” appena lanciata dalla Conferenza episcopale brasiliana e dal Consiglio medico federale. «Negli ospedali, spesso, ci venivano portati piccoli con segni di violenza. Alcuni erano terrorizzati e le persone che li accompagnavano sembravano non essere i loro genitori. Il sospetto di trovarci di fronte a casi di traffico o tratta era forte. Quattro anni fa, abbiamo deciso di non chiudere gli occhi». Il dottor Ricardo Paiva, esponente della commissione sociale del Consiglio, spiega così ad
Avvenire l’origine dell’iniziativa, nel 2011. Dall’anno scorso, il lavoro è coordinato dalla Commissione sociale che include rappresentanti della Conferenza episcopale brasiliana, giornalisti e assistenti sociali. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul dramma “dell’infanzia desaparecida”. I dati sono impressionanti. Le Nazioni Unite parlano di 50mila minori scomparsi all’anno nel Gigante latinoamericano, in media uno ogni quindici minuti. Il 40 per cento viene reclutato per nel lavoro schiavo, un’analoga percentuale finisce nel mercato del sesso. Il resto svanisce nelle sale operatorie clandestine dei trapianti illegali d’organi o in discariche dove i corpi senza vita sono gettati. Vittime delle bande o, soprattutto a Rio, della polizia, ansiosa di “ripulire” la città per le Olimpiadi, come denunciato qualche giorno fa dal Comitato per i diritti dell’infanzia dell’Onu. Quanti bimbi vengono uccisi? Quanti schiavizzati, abusati martoriati? «Nessuno può dirlo perché nessuno sa esattamente quanti scompaiono. A fronte della stima Onu, ci sono appena 369 casi denunciati. Per questo, a luglio, abbiamo collaborato alla stesura di un progetto di legge per riformare e aggiornare il registro nazionale e aumentare i controlli negli ospedali. È urgente un osservatorio per monitorare le persone scomparse. Solo così si potrà fermare la violenza sui bambini», aggiunge Paiva. Da oggi, nell’ambito della campagna, è disponibile il sito
www.criancasdesaparecidas.org, dove sono riportate tutte le informazioni per i genitori e i medici, in caso di paziente sospetto. «Informare è la premessa fondamentale per agire», conclude Paiva.