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Medio Oriente. Fuoco incrociato Hezbollah-Israele. E Hamas lascia i negoziati del Cairo

Camille Eid lunedì 26 agosto 2024

Un'area del sud del Libano colpita dai raid aerei di Israele

Quattro ore di intenso fuoco incrociato hanno risollevato domenica il timore di una guerra aperta tra Israele e Hezbollah e provocato uno stop ai negoziati in corso al Cairo sulla tregua a Gaza. Il governo di Tel Aviv ha dichiarato di aver avviato all'alba di domenica “attacchi preventivi” con 100 caccia contro il Libano per prevenire quello che ha definito «una minaccia su larga scala contro Tel Aviv». Hezbollah ha risposto lanciando 340 missili e decine di droni contro diverse basi militari israeliane presenti nell'Alta Galilea. Chiuso per diverse ore l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Il leader del Partito di Dio ha indicato che l'obiettivo principale del suo gruppo era la sede del Mossad a Glilot, alla periferia di Tel Aviv, e più precisamente l'unità di spionaggio 8200. L'attacco contro la base, ha spiegato Hassan Nasrallah, rappresentava la rappresaglia di Hezbollah all'assassinio, il 30 luglio, del capo militare Fuad Shukr nella periferia sud di Beirut. Alla smentita di Israele, Nasrallah ha risposto che «se dovesse risultare che la base di Glilot è rimasta intatta, ci riserviamo il diritto di condurre altre operazioni, altrimenti consideriamo la partita chiusa».

Al Cairo, intanto, i colloqui per un cessate il fuoco a Gaza si sono conclusi senza un accordo. La delegazione di Hamas ha lasciato la capitale egiziana lamentando le “nuove condizioni” poste da Israele. Hamas ha informato i mediatori qatarioti ed egiziani che non accetterà marce indietro da quanto concordato il 2 luglio secondo il piano Biden e la risoluzione del Consiglio di sicurezza.