Gaza. Medici Senza Frontiere accusa Israele di «pulizia etnica»
Distruzione nei pressi di un centro di Medici Senza Frontiere a Gaza
Personale di Msf in un ospedale di Gaza - Msf
Molto spesso avvengono scontri tra le parti in guerra «vicino alle strutture mediche», mettendo in pericolo «i pazienti, i loro familiari e il personale medico». Hamas e gli altri gruppi armati, dunque, non di rado hanno tentato di usare come scudo le strutture sanitarie. La risposta israeliana, con attacchi aerei mirati e bombardamenti deliberati, hanno costretto il personale di Msf e i pazienti a evacuare in 17 diverse occasioni, «spesso letteralmente correndo per mettersi in salvo». Meno della metà dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti, anche se solo parzialmente, e il sistema sanitario è al collasso. «Da ottobre 2023 a ottobre 2024, solamente lo staff di Msf ha subito 41 attacchi e incidenti violenti, tra cui attacchi aerei, bombardamenti e incursioni violente nelle strutture sanitarie, fuoco diretto sui rifugi e sui convogli dell'organizzazione, detenzione arbitraria di colleghi da parte delle forze israeliane».
Personale di Msf nella Striscia di Gaza - Msf
Perciò «Msf chiede a tutte le parti - ancora una volta, con urgenza - un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari». Dalla chiusura del valico di Rafah, sul confine con l’Egitto, a maggio 2024 fino a settembre 2024, «le autorità israeliane hanno autorizzato l'evacuazione di soli 229 pazienti, pari all'1,6% di coloro che ne avevano bisogno in quel momento: una goccia in un mare di bisogni».
Israele ha sempre respinto le accuse sostenendo di intervenire esclusivamente dove si annidano i miliziani armati o per rispondere al fuoco. Sia i capi di Hamas che i vertici israeliani sono destinatari dei mandati di cattura emessi dalla Corte penale internazionale.
Secondo il ministero della salute di Gaza, controllato da Hamas, la guerra nella Striscia ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri dello staff di MSF. «Il numero di morti - osserva Msf - è probabilmente molto più alto a causa dell'impatto del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell'accesso fortemente limitato a cibo, acqua e rifugi». All'inizio di quest'anno le Nazioni Unite hanno stimato che più di 10.000 corpi sarebbero rimasti sepolti sotto le macerie. Mentre 1,9 milioni di persone, il 90% dell'intera popolazione della Striscia, «sono state sfollate con la forza, e molte - ricorda Msf - sono state costrette a spostarsi più volte».
Dello stesso tenore le accuse pubblicate da Human Right Watch (Hrw). In un dossier di 174 pagine, corredato anche da analisi di immagini satellitari oltre che da testimonianze dirette, gli esperti dell'organizzazione sostengono che le autorità israeliane «hanno intenzionalmente privato i civili palestinesi di Gaza di un adeguato accesso all'acqua dall'ottobre 2023, con grande probabilità causando migliaia di morti e commettendo così il crimine contro l'umanità di sterminio e atti di genocidio». Hrw ha anche analizzato immagini satellitari, fotografie e video circolati tra l'inizio delle ostilità nell'ottobre 2023 e settembre 2024. «A fronte di quanto rilevato - afferma Hrw nel rapporto - i governi e le organizzazioni internazionali dovrebbero adottare tutte le misure per prevenire il genocidio a Gaza, tra cui l'interruzione dell'assistenza militare, la revisione degli accordi bilaterali e delle relazioni diplomatiche e il sostegno alla Corte penale internazionale».