Francia. Mayotte devastata dal ciclone Chido: «Le vittime potrebbero essere migliaia»
Intere zone abitate dell'isola sono state rase al suolo dal ciclone Chido
Dalla più povera provincia di Francia e d’Europa, Mayotte, arrivano da sabato sera invocazioni sorde d’aiuto, dopo il devastante ciclone Chido che ha lasciato dietro di sé morte, macerie, desolazione, migliaia di assetati e affamati, accanto a forti rischi di epidemie. «Ci vorranno giorni e giorni» per un bilancio attendibile, ha detto ieri Bruno Retailleau, il ministro francese dell’Interno recatosi sull’isola australe, situata nel Canale del Mozambico e attigua alle Comore. Ma il prefetto François-Xavier Bieuville aveva già esplicitato il timore di un bilancio «vicino a mille o anche diverse migliaia» di morti. Nell’isola, la gente cominciava ieri «a morire di sete e fame», ha denunciato il senatore locale Salama Ramia, nonostante un conteggio provvisorio ufficiale di 20 morti e 250 feriti. Nel tardo pomeriggio, il presidente Emmanuel Macron ha convocato una riunione di crisi e ha detto che si «recherà nell’isola».
Alle porte di Natale, con il neopremier François Bayrou impegnato nella costituzione d’un nuovo governo, la Francia in piena crisi politica deve fare i conti con una delle proprie ombre più fosche: quel dipartimento poverissimo d’oltremare in cui le emergenze si rincorrevano già da anni, tanto da suscitare paragoni con Haiti. Di fronte alle raffiche «eccezionali» di Chido, a tratti superiori ai 225 chilometri orari e d’una violenza senza precedenti da circa un secolo a Mayotte, l’isola ha rivelato la sua eccezionale vulnerabilità, riassunta da cifre sconcertanti: sui circa 320mila abitanti recensiti, di cui almeno 100mila irregolari, il 77% vivono sotto la soglia di povertà, ovvero 5 volte più degli standard transalpini. Oltre un terzo sono disoccupati.