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Usa. Sparò a scuola, per la prima volta colpevole anche la madre. Svolta sulle armi

Elena Molinari, New York giovedì 8 febbraio 2024

Jennifer Crumbley,la madre di Ethan, entra in aula poco prima della lettura del verdetto di colpevolezza per omicidio colposo: rischia 15 anni

Per la prima volta nella storia americana, una madre andrà in carcere, fino a 15 anni, per gli omicidi commessi dal figlio adolescente. La decisione inedita di una giuria del Michigan è destinata a lasciare il segno nella società americana, a cominciare dalla sua giurisprudenza.

Gli stessi procuratori del caso (la sparatoria con cui Ethan Crumbley, a 15 anni, uccise quattro compagni di scuola poco più di due anni fa) hanno ammesso di voler creare un precedente che invii un messaggio a padri e madri d’America: non siete innocenti dei crimini dei vostri ragazzi.

Un principio che sicuramente ha fatto correre brividi gelidi lungo la schiena di molti genitori e che sposta il dibattito sulla violenza armata negli Stati Uniti. La prevenzione, e la conseguente punizione, delle frequenti stragi nei licei e nelle università americane si concentra ora sulle famiglie più che sulla società nel suo complesso, più che sui fabbricanti di armi, più che sulla scuola, più che sul sistema di salute mentale, più che sul Congresso che si rifiuta di approvare leggi più severe sul possesso di pistole e fucili.

L’immagine di Jennifer Crumbley emersa dal processo è quella di una madre negligente. La donna non ha custodito la pistola acquistata dal marito (James, che sarà processato separatamente a marzo) pochi giorni prima. Non è chiaro dagli atti se l’arma fosse stata comprata espressamente per il figlio, ma il padre voleva che imparasse ad usarla tanto che la stessa Crumbley ha portato Ethan al poligono di tiro. Stando a un’intervista con il presidente della giuria, è stata proprio l’immagine della donna che esce dal poligono con la pistola, nella sua custodia, sotto braccio a far breccia nelle menti dei giurati, convincendoli della sua colpevolezza. In aula sono stati mostrati anche messaggi inviati dal ragazzo alla madre nel marzo 2021, in cui diceva che la loro casa era infestata da un demone. La signora non ha sempre risposto e Ethan non ha ricevuto cure per una possibile malattia mentale.

Particolarmente incriminante è apparso un incontro fra l’amministrazione della scuola e i genitori di Ethan avvenuto due ore prima della sparatoria. Jennifer e il marito erano stati chiamati al liceo dopo che Ethan aveva scritto su un compito in classe di matematica la frase «sangue ovunque», disegnando un proiettile.

Stando alle testimonianze, il preside, un consulente dei servizi sociali e i genitori hanno deciso che il ragazzo poteva rimanere a scuola piuttosto che tornare a casa da solo, poiché padre e madre dovevano tornare al lavoro. Nessuno ha perquisito il suo zaino, che conteneva la pistola che avrebbe usato contro i suoi compagni.

Altre volte i genitori di minori che hanno commesso atti violenti in vari Stati americani sono stati dichiarati colpevoli di disattenzione o negligenza, finendo condannati ai lavori socialmente utili, a pagare danni o qualche mese di carcere.

L’accusa contro Crumbley era più ben grave: omicidio colposo. Una vera e propria corresponsabilità negli atti per i quali il figlio è già stato sentenziato all’ergastolo.

L'avvocato difensore, Shannon Smith, ha definito il precedente «molto pericoloso» e non pochi esperti legali le hanno dato ragione. Il caso, sostengono, aggiunge un fardello sulle spalle delle famiglie con figli affetti da malattie mentali o problemi del comportamento. Inoltre, concludono, affermare gli obblighi di sorveglianza e cura di un genitore non deve trasformali in parafulmini di un problema che non si può risolvere caso per caso, una famiglia per volta.

Il fatto. Quattro le vittime: l’insegnante e tre compagni di scuola

Era il 30 novembre 2021 quando Ethan Crumbley, allora 15enne, aprì il fuoco nella Oxford High School alla periferia di Detroit. Il ragazzo era studente del secondo anno. Agì dopo la pausa pranzo con un’arma nascosta nel bagno: una pistola semiautomatica calibro nove regalatagli dalla famiglia per Natale.

Quattro furono le vittime: un insegnante e tre studenti di età compresa tra 14 e 17 anni. Sette i feriti. La strage fu fermata dalla tempestiva irruzione della polizia in servizio attorno alla scuola. ll killer si arrese. Le indagini appurarono che Ethan era stato convocato dai dirigenti scolastici insieme ai genitori per comportamenti sospetti. Un insegnante aveva trovato il disegno di una pistola su cui aveva scritto: “I pensieri non si fermano. Aiutatemi”. L’8 dicembre 2023 è stato condannato all’ergastolo. (A.Nap.)