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IL caso. Marò, non sarà applicata la legge antipirateria

lunedì 3 febbraio 2014
Il governo indiano intende rinunciare a processare o due marò italiani utilizzando la legge antipirateria, che prevede anche la penza di morte, per formulare l'accusa. Lo affermano fonti governative di Nuova Delhi. La decisione, aggiungono, sarà presentata lunedì prossimo nel corso dell'udienza prevista in Corte suprema.  La pazienza del governo italiano intanto è al limite. Di fronte alle lungaggini della magistratura indiana (25 rinvii in due anni), i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre devono tornare in Italia dove attendere che venga istruito il processo e arrivi la sentenza: lo ha ripetuto l'inviato speciale del governo italiano, Staffan de Mistura, nel giorno in cui la Corte Suprema indiana ha accordato un'altra settimana, ma non oltre, all'agenzia antiterrorismo Nia e al ministero dell'Interno perché formulino i capi di imputazione a carico dei due fucilieri di Marina.L'Italia ha però chiesto che tornino a casa: "Abbiamo fatto capire in tutta le maniere, anche informalmente - ha detto il diplomatico italiano, intervistato dal  Gr1 Rai - che questi ritardi vogliono dire" che si autorizzano "i nostri fucilieri di Marina a tornare in Italia con garanzie: (gli indiani) si prendano pure i loro tempi se vogliono, ma a questo punto con i fucilieri di Marina in Italia".