Tribunale internazionale. Amburgo "congela" la situazione dei marò
Il Tribunale internazionale del mare di Amburgo ha respinto oggi la richiesta che l'India liberi i due marò accusati della morte di due pescatori indiani, un nuovo ostacolo per il governo italiano nella battaglia legale iniziata tre anni fa.Il Tribunale di Amburgo ha comunque ordinato all'India di sospendere il procedimento contro i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dicendo che sarà la Corte arbitrale dell'Aja a decidere.Da Rimini si dice soddisfatto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che parla di "premessa importante". "Il tribunale di Amburgo ha stabilito che non sarà un tribunale indiano a decidere su questa vicenda ed è per noi un risultato utile... Sarà l'arbitrato internazionale a valutare questa vicenda", ha spiegato il titolare della Farnesina a margine del Meeting di Cl, che ha assicurato che "il governo italiano resta impegnato sull'obiettivo nel corso della vicenda arbitrale per garantire la libertà ai due fucilieri". Sempre da Rimini, il ministro delle Infastrutture Graziano Delrio parla invece in conferenza stampa di una sentenza che "non va nella direzione che avevamo richiesto".Roma si oppone alla giurisdizione indiana, dicendo che la vicenda va sottoposta all'arbitrato internazionale sulla base della Convenzione Onu sul Diritto marittimo e che l'incidente si è verificato in acque internazionali.Nuova Delhi vuole invece che a sentenziare sulla vicenda sia un tribunale indiano.Il Tribunale del mare di Amburgo ha deciso per 15 voti a 6 che Italia e India sospendano qualsiasi forma di giurisdizione che potrebbe aggravare o complicare ulteriormente la controversia finché non si sarà pronunciata la costituenda Corte dell'arbitrato, ha spiegato il presidente Vladimir Golitsyn leggendo la sentenza.Latorre è rientrato temporaneamente in Italia per motivi medici. A luglio la Corte suprema indiana ha prorogato di sei mesi il permesso per il marò a restare qui. I due fucilieri sono accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori, scambiandoli per pirati, durante un'operazione di servizio al largo delle coste indiane, mentre si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie. Roma ha già indennizzato le famiglie dei pescatori, pur senza riconoscere la responsabilità dei due marò.