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INDIA/1. India, la perizia conferma: i pescatori uccisi dalle armi dei due marò

martedì 10 aprile 2012
Si complica la situazione dei due marò italiani, detenuti in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani, scambiandoli per pirati. Secondo le indiscrezioni filtrate sulla stampa indiana relative al rapporto del Forensic Sciences Laboratory, il laboratorio che ha effettuato l'esame balistico sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie, le armi che hanno sparato ai due pescatori sarebbero stati proprio due fucili Beretta, in dotazione a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Dopo l'incidente, la polizia aveva sequestrato sei fucili Beretta e due mitragliatrici leggere FN Minimi delle 15 armi e i 10mila proiettili a bordo: il rapporto ha stabilito che c'è compatibilità tra i due Beretta in dotazione ai militari italiani e i proiettili recuperati sul corpo delle vittime. Il documento fa notare tra l'altro che il materiale sequestrato non aveva subito alcuna manomissione. Una copia della relazione è stata consegnata alla polizia di Kochi (in particolare lo Special Investigation Team guidato dal commissario di Kochi, MR Ajith Kumar) a alla corte di  Kollam che già lunedì 16 torna a riunirsi perchè scadono i termini della custodia giudiziaria dei due militari, attualmente nella prigione centrale di Thiruvananthapuram.A corollario, è arrivata un'altra notizia stavolta da New Delhi: la Corte Suprema indiana ha ammesso il ricorso presentato dagli avvocati degli armatori della Enrica Lexie contro il verdetto dell'Alta Corte del Kerala che impediva alla nave italiana di partire. Dopo aver ascoltato le motivazioni del ricorso, i giudici della Corte Suprema hanno chiesto alle autorità del Kerala e del ministero della Marina mercantile di comparire. La tesi difensiva dei legali della Lexie è che la nave non ha nulla a che vedere con la morte dei due pescatori indiani il 14 febbraio scorso.Sul fronte del rapimento di Paolo Bosusco, da registrare una buona notizia per la quale però occorrerà adesso attendere la risposta dei guerriglieri: nel giorno in cui scade l'ultimatum posto dai guerriglieri maoisti che hanno minacciato di compiere "un gesto estremo", un tribunale di Raigada, distretto dello Stato dell'Orissa, ha ordinato la scarcerazione di Subhashree Panda, la moglie del leader maoista, Sabyasachi.Il nome della donna, nota come 'Milì, è nella lista dei 7 prigionieri di cui il gruppo guerrigliero ha chiesto il rilascio in cambio della liberazione del tour operator piemontese.