La Corte
Suprema indiana oggi ha deciso di rinviare a dopo il primo
luglio - dopo oltre due mesi di vacanze estive - l'esame di
tutte le cause pendenti inclusa quella dei due marò,
Massimiliano Latorre (cui la Corte ha concesso di restare in
Italia fino al 15 luglio per completare la convalescenza dopo
l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso) e Salvatore Girone.
Uno stop che arriva malgrado gli stessi giudici indiani nell'udienza del 9
aprile avessero stigmatizzato le «tattiche dilatorie» della difesa italiana per rinviare l'inizio del
processo. La vicenda ha scetenato nuovi attacchi al governo. "La sudditanza del governo nei
confronti degli Stati Uniti, emersa con maggiore risonanza in
occasione della tragica morte del nostro connazionale Giovanni Lo
Porto, lascia pensare che se i marò si fossero chiamati 'marines'
sarebbero già a casa. Invece Massimiliano e Salvatore attendono
ancora giustizia, dopo oltre tre anni di agonia". Lo dichiarano i
deputati M5S della commissione Esteri, biasimando la decisione
della Corte suprema di rinviare, "nuovamente" aggiungono i 5
Stelle, il ricorso dei fucilieri di Marina contro la polizia
investigativa Nia.
"Matteo Renzi e il ministro Gentiloni dovrebbero chiedere scusa
ai nostri militari e alle loro famiglie - proseguono -. L'unica
azione intrapresa fino ad ora stata un banalissimo tweet a inizio
legislatura, dopo di che la farsa dell'arbitrato e infine il
silenzio più assoluto", concludono i parlamentari. "Nuovo rinvio per i marò. Ma a Matteo Renzi che cosa frega? Lui la dignità se la gioca sull'Italicum...", scrive su twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.