Venezuela. Maduro accusa tutti, sei in carcere
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro durante l'attentato con i droni (Ansa)
Sei presunti "terroristi" sono stati arrestati in relazione al fallito attentato realizzato sabato con "droni esplosivi" a Caracas contro il presidente venezuelano Nicolás Maduro. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno aggiungendo che sono stati "identificati pienamente" gli "autori materiali e i mandanti" sia all'interno che all'esterno del Paese, e che non sono da escludere altri arresti nelle prossime ore. Le prime indagini, secondo quanto detto da Maduro, indicherebbero come responsabili finanzieri della Florida e esponenti di estrema destra in collaborazione con 'cospiratori' a Bogotà e Miami.
Il presidente stava parlandoalla cerimonia dell'81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale, quando l’attentato è avvenuto ed è rimasto illeso. Ha accusato subitola Colombia dicendo di “non avere dubbi che dietro l'attacco ci sia il nome diSantos". Il procuratore generale venezuelano, Tarek Saab, intervistatodalla tv statale Vtv, ha spiegato: "Non possiamo escludere che vi sia stata la partecipazione di alcuni elementi sovversivi e terroristi fuori dal Venezuela. Questa ipotesi rientra tra quelle del pubblico ministero. Confermo e garantisco che si arriverà alla verità". Alcune ore dopo l'attacco è giunta la rivendicazione di un misterioso "Movimento nazionale di soldati in camicia". In una dichiarazione, fatta pervenire alla giornalista venezuelana vicina all'opposizione Patricia Poleo, che vive negli Stati Uniti, il Movimento afferma: "E' contro l'onore militare tenere al governo coloro che non solo hanno dimenticato la Costituzione ma che hanno trasformato le cariche pubbliche in un osceno modo per arricchirsi". Benchè Maduro abbia dichiarato di sperare che “il presidente Donald Trump sia disposto a combattere i gruppi terroristici”, Washington ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attentato.