Strasburgo. Macron: il tarlo del populismo emerge in Europa, «sorta di guerra civile»
A Strasburgo è appena giunta una primavera soleggiata, ma il presidente francese Emmanuel Macron, in un atteso discorso mattutino agli eurodeputati, ha lanciato oggi un monito alquanto fosco: nel continente culla della democrazia, «sta emergendo una sorta di guerra civile». Il tarlo del populismo, non solo in Ungheria.
Il capo dell’Eliseo ha poi giustificato i bombardamenti occidentali in Siria, che hanno «salvato l’onore della comunità internazionale».
Sui migranti, ha negato le divergenze con l’Italia, parlando di «perfetta intesa», ma proponendo al contempo un programma europeo di finanziamenti per gli enti locali che accolgono rifugiati. Parigi riconosce che si tratta di una questione prioritaria, se si vuole un’Europa coesa e forte. Nei giorni scorsi, in vista dell’intervento di oggi, l’Eliseo aveva già riconosciuto che Parigi dovrà «lavorare con il governo italiano» per avanzare.
Durante tre ore di discorso e dibattito con i gruppi politici, talora apertamente ostili, Macron ha pure ribadito una lista di misure chiave per rilanciare l’Unione, nel quadro di un’Europa che per avanzare dovrà sbarazzarsi del principio dell’unanimità nelle decisioni, adottando invece un modus operandi a più velocità e lasciando campo libero ai Paesi più volitivi.
Fra le misure citate: la sovranità digitale e la protezione dei dati personali, lottando pure contro l’evasione fiscale dei giganti tecnologici americani, ma anche più fonti rinnovabili, nel quadro dell’agenda climatica internazionale pattuita a Parigi nel 2015.
In generale, Macron ha lanciato un appello per prendere coscienza del momento cruciale vissuto dal continente: «Le scelte sono semplici: io non voglio appartenere a una generazione di sonnambuli. Non voglio appartenere a una generazione che ha dimenticato il suo passato o che rifiuta di vedere i tormenti del proprio presente».
Nuovamente in cantiere, l’Europa dovrà essere «sovrana, unita, democratica». E su quest’ultimo punto, il presidente ha riassunto il proprio pensiero con uno slogan: «La risposta non è la democrazia autoritaria, ma l’autorità della democrazia».
In giornata, ha pure voluto dare l’esempio, partecipando personalmente nel piccolo comune di Epinal, non lontano da Strasburgo, a una prima «convenzione civica» di dibattito aperto sulla ricostruzione europea, davanti a circa 300 cittadini. Un modello di evento costruttivo che Macron vorrebbe esportare in tutt’Europa.