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Macedonia del Nord. Strage di giovani in discoteca: fuochi illegali e niente idranti

Redazione lunedì 17 marzo 2025
L'ingresso del locale della strage

L'ingresso del locale della strage

Macedonia del Nord sotto choc per la strage di giovani in una discoteca, dove sabato notte una serata di musica si è trasformata in un inferno di fiamme, con un tragico bilancio di almeno 59 morti e 150 feriti, tra cui alcuni molto gravi.

Le fiamme si sono sviluppate verso le 3 mentre nel locale Pulse di Kocani, cittadina a un centinaio di km a est della capitale macedone Skopje, si esibiva la nota band locale dei Dnk, uno dei gruppi musicali più famosi e popolari nel Paese balcanico. Un rogo innescato con ogni probabilità dalle scintille del materiale pirotecnico utilizzato per gli effetti luminosi, con le fiamme che hanno travolto prima il tetto e subito dopo l'intero locale mentre il fumo denso non ha lasciato scampo alle centinaia di ragazze e ragazzi intenti a ballare e a divertirsi. Secondo il ministro dell'Interno Pance Toshkovski, al momento della tragedia nel locale si trovavano circa 500 persone, quasi tutti giovani non oltre i 25 anni. Tra le vittime e i feriti vi sarebbero anche numerosi minorenni, mentre sono tanti i genitori e parenti che hanno trascorso ore di angoscia alla ricerca dei propri figli, non sapendo se fossero fra le vittime o nei diversi ospedali del Paese.

I biglietti venduti sarebbero stati solo 250. Affermazioni in contrasto con le notizie dei media locali che avevano parlato a più riprese di circa 1.500 persone presenti nella discoteca, un numero a dire il vero forse eccessivo per le dimensioni del locale che, secondo le prime indicazioni, registrerebbe numerose irregolarità e sarebbe stato sprovvisto delle più elementari misure di sicurezza. La società responsabile del locale "non aveva una licenza legale per operare", ha detto il ministro Toshkovski, alludendo a una falsa autorizzazione rilasciata dalle passate autorità. Circostanza questa, ha osservato, "come tante altre cose accadute in passato in Macedonia del Nord, legata alla corruzione e alle tangenti".

Le prime risultanze dell'inchiesta dimostrano che nella discoteca di Kocani sono stati utilizzati

fuochi d'artificio illegalment

e e non c'erano abbastanza dispositivi antiincendio. La Procura della Repubblica dunque chiederà la detenzione a breve termine per dieci persone, per le quali oggi sono state fornite prove di una possibile responsabilità nell'incendio. Dall'ispezione in loco, ha spiegato il


procuratore della Repubblica di Macedonia del nord Ljupco Kocevski

, è stato stabilito che lo stabile non era dotato di idranti e aveva solo due estintori, la porta sul retro era chiusa e senza maniglia all'interno e l'edificio era rivestito in modo improprio con materiali fonoassorbenti e, per effetti visivi, con materiali facilmente infiammabili. Nella struttura sono stati utilizzati illegalmente materiali pirotecnici a un'altezza di tre metri, senza la dovuta autorizzazione e senza che una società fosse autorizzata ad accenderli. Tale struttura era stata registrata come attività industriale leggera e non era mai stata trasformata in una struttura di ristorazione.


Uno degli organizzatori dell'evento è stato interrogato ed è emerso che non esisteva alcun accordo scritto con la band Dnk per il concerto. Oltre 20 persone, ha sottolineato Kocevski, sono state interrogate in merito al caso e ha confermato che anche l'ex ministro dell'Economia Kreshnik Bekteshi è stato convocato per un colloquio informativo a Skopje. Le licenze di agibilità dei locali vengono infatti rilasciate da tale dicastero.

Il ministro della Salute Arben Taravari ha intanto reso noto che sono 47 i feriti più gravi trasferiti in ospedali all'estero per le cure adeguate. Diversi Paesi vicini, infatti, insieme al cordoglio per le decine di giovani vittime, hanno offerto aiuti e assistenza alle autorità di Skopje, e il governo macedone ha annunciato che una ventina di feriti gravi saranno trasportati in ospedali di Bulgaria, Turchia, Grecia e Serbia. Unanime il cordoglio della comunità internazionale per la tragedia alla discoteca di Kocani.

Dall'Italia la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno espresso vicinanza alla Macedonia del Nord, "un Paese amico". Profondo cordoglio anche da papa Francesco che ha inviato un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, dai vertici Ue: la presidente della commissione Ursula von del Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che hanno espresso vicinanza e solidarietà con la dirigenza e il popolo macedone.