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La missione. Il sogno spaziale dell'India si schianta sulla Luna

Redazione Esteri sabato 7 settembre 2019

La delusione dopo il fallimento dell'allunaggio (Ansa)

L'India deve rinunciare, almeno per il momento, al sogno di essere il quarto Paese a portare un suo veicolo sul suolo lunare, dopo Stati Uniti, ex Unione Sovietica e Cina. Il traguardo ambizioso era affidato alla missione Chandrayaan 2, costata 142 milioni di dollari. Lanciata il 22 luglio, a ridosso delle celebrazioni per i 50 anni del primo uomo sulla Luna, la missione era il principale biglietto da visita di un'agenzia spaziale indiana (Isro, Indian Space Research Organisation) seriamente intenzionata a portare un uomo sulla Luna nel 2022, ossia due anni prima rispetto a quanto gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler fare con il programma Artemis.

Tutto sembrava procedere per il meglio e l'India ha seguito col fiato sospeso una delle manovre più complesse mai affrontate nella sua storia spaziale e che, con il lander Vikram, l'avrebbe portata ad essere il quarto Paese a posarsi sulla Luna dopo il sovietico Luna 1, che aveva toccato il suolo lunare nel 1959, l'americano Ranger 4 che lo aveva fatto nel 1962 e la la missione cinese Chang'e 3, arrivata sulla Luna nel 2013. Dopo la separazione del lander Vikram dalla sonda, avvenuta il 2 settembre, nell'orbita lunare sono state eseguite quattro manovre per avvicinare il modulo di atterraggio alla superficie lunare in vista della discesa. Chiamato come il padre del programma di ricerca spaziale indiano Vikram A Sarabhai, il lander portava con sé il rover Pragyan, dalla parola in sanscrito che significa "saggezza", destinato a esplorare la zona intorno al sito dell'allunaggio per 14 giorni terrestri, che corrispondono a circa la metà di un giorno lunare.
La manovra decisiva per la discesa sul suolo lunare è avvenuta come previsto e la discesa sembrava procedere secondo i programmi. Il centro di controllo della missione a Bengaluru ha però improvvisamente perso i contatti con il lander quando il veicolo si trovava nella fase in cui avrebbe dovuto cominciare una discesa verticale, per poi rallentare e posarsi al suolo in sicurezza. Contemporaneamente perdeva il segnale anche la stazione a Terra di Madrid della Deep Space Network della Nasa. "La discesa del lander Vikram è avvenuta come previsto e tutto si è svolto secondo le normali procedure fino all'altitudine di 2,1 chilometri", ha detto il presidente dell'Isro, Kailasavadivoo Sivan. "Successivamente - ha aggiunto - le comunicazioni dal lander alla stazione di Terra è andata perduta. L'analisi dei dati è in corso".
Della missione Chandrayaan 2 resta al momento operativo soltanto l'orbiter, che con i suoi strumenti potrà assicurare il completamento di parte degli obiettivi scientifici della missione. Per un anno, infatti, i suoi strumenti continueranno a raccogliere immagini ad alta risoluzione del suolo lunare in cerca di tracce di ghiaccio d'acqua. Con il lander e il rover è invece andato perduto il sogno di diventare il quarto Paese a toccare il suolo lunare, una delusione che in aprile era toccata anche al lander privato Beresheet, costruito in Israele.

"L'India è orgogliosa dei suoi scienziati!", ha scritto su Twitter il primo ministro indiano Narendra Modi, che dei tecnici dell'Isro ha detto: "Hanno dato il meglio e hanno sempre reso l'India orgogliosa del loro lavoro. Questi - ha aggiunto - sono momenti nei quali dobbiamo essere coraggiosi, e lo saremo".