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Emergenza sanitaria. Lorenzin: «Ecco le misure contro Ebola»

giovedì 9 ottobre 2014
Dopo l'allarme spagnolo, con un caso accertato e altri sei sospetti, cresce la paura di Ebola anche nel nostro Paese. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta al Senato, sottolinea come in Italia non ci sia motivo di allarmismo: "Le numerose segnalazioni di casi sospetti, dovute anche a un sistema di allerta attivato, sono state oggetto di apposite indagini epidemiologiche e tutte hanno avuto esito negativo". Per effettuare controlli su eventuali casi di Ebola in Italia sono operativi sei medici all'aeroporto di Fiumicino e sette a quello di Malpensa. E nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum sono stati effettuati 80mila controlli, in mare e a terra, sui migranti che arrivano in Italia. Il ministro ha ribadito che "è molto bassa la possibilità che tra i migranti ci possano essere persone affette da Ebola". Lorenzin ha sottolineato come esistano già controlli preventivi in punti strategici, porti e aeroporti. Si tratta degli Uffici sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), "filtro contro le malattie": ne esistono 12 centrali e 25 territoriali e vi lavorano 448 persone. L'Italia, ha detto il ministro, "è uno dei pochi Paesi europei che può garantire l'evacuazione dei cittadini" dalle zone dell'Africa occidentale colpite dall'epidemia. L'Italia "è in grado di garantire la procedura dalla presa in carico della persona, al trasferimento aereo, al ricovero in isolamento all'Istituto Spallanzani di Roma, fino al trattamento medico". In Europa, ha precisato Lorenzin, "sono 244 le unità di ricovero ad alto isolamento disponibili". Data l'esiguità di tali disponibilità, "si sta valutando di inviare in Africa ulteriori strutture mobili per il trattamento dei pazienti, nonché ulteriore personale volontario". Il ministro ha inoltre annunciato controlli più stringenti sui voli provenienti dall'Africa, anche se, ha ricordato, l'Italia è destinataria di voli diretti solo dalla Nigeria, paese che ha avuto focolai di casi secondari e terziari e che a breve potrà essere rimosso dall'elenco dei paesi affetti. I paesi più colpiti, Guinea, Liberia e Sierra Leone, sono collegati all'Italia solo mediante voli indiretti che fanno scalo in hub europei. In ogni caso, ha aggiunto il ministro, è necessario "potenziare le procedure per identificare i soggetti sospetti nei paesi colpiti dall'epidemia prima del loro imbarco con destinazione in aeroporti continentali". Dal dicembre 2013, quando l'epidemia è iniziata, all'8 ottobre, "sono riportati dall'Oms 8.011 casi probabili, confermati e sospetti, e 3.877 decessi, con un tasso di letalità del 46% nei paesi dell'Africa occidentale", ha ricordato il ministro. Un altro dato sull'epidemia è quello relativo ai costi. Il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, parlando in videoconferenza con i presidenti di Guinea, Liberia e Sierra Leone, ha valutato 32,6 miliardi di dollari, entro la fine del 2015, l'impatto finanziario della ricostruzione dei "sistemi sanitari nei tre Paesi, una volta che il virus sarà contenuto".