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Londra blocca i "jihadisti di ritorno"

Elisabetta Del Soldato sabato 15 novembre 2014
Il premier britannico David Cameron passa alle maniere forti nella lotta al terrorismo. Dopo che la polizia ha compiuto diversi arresti nelle settimane scorse, tra cui quello di una donna del sud di Londra condannata per aver finanziato il marito in Siria dove combatte a fianco dei terroristi dell’Is, ieri il premier ha presentato uno dei pacchetti di misure anti-terrorismo tra i più severi degli ultimi anni e a livello Ue. Misure che vanno a colpire direttamente quei britannici che hanno lasciato il Paese per aderire allo Stato Islamico in Siria e Iraq. Da Canberra, in Australia, dove partecipa al vertice dei G20, Cameron ha annunciato che introdurrà i cosiddetti “ordini di esclusione temporanea” destinati a impedire ai jihadisti britannici in Medio Oriente di rientrare in patria per almeno due anni. I militanti britannici dell’Is, le stime ufficiali ne contano almeno cinquecento, diventeranno a tutti gli effetti apolidi e i loro nomi saranno inseriti in una lista nera delle compagnie aeree per impedire loro di volare. Le nuove misure, già accennate in Parlamento qualche mese fa, sono state criticate fortemente dall’opposizione laburista che le considera «controproducenti» e che vorrebbe invece usare i jihadisti che rientrano – tra di loro ci sono tanti “pentiti” –, come fonti di informazioni preziose. Dei 500 britannici che sono andati a combattere in Siria e Iraq ne sarebbe infatti già tornati circa la metà. E molti di loro, tra cui giovani donne, hanno raccontato una realtà molto diversa da quella che si aspettavano. «Credono di andare a contribuire alla costruzione di uno Stato islamico puro – dice ad AvvenireDeepa Ahmed di un’associazione per la protezione delle donne islamiche – invece gli uomini finiscono a combattere e le donne a fare le schiave. Vogliono poi tornare ma sta diventando sempre più difficile». Ai sospetti, infatti, ha ribadito ieri Cameron, sarà annullato il passaporto e il loro nome sarà inserito in una lista che impedirà di imbarcarsi per la Gran Bretagna. Solo a pochi sarà concesso di tornare ma scortati dalla polizia e dopo essere stati sottoposti a rigidi controlli. Anche il Consiglio d’Europa sta preparando un protocollo per invitare gli Stati membri a punite il reclutamento, l’addestramento e finanziamento di chi parte per commettere atti terroristici. Migliaia sono però gli europei partiti per la Siria: 800 solo dalla Russia, 412 dalla Francia, 400 dalla Turchia, 296 dal Belgio, 240 dalla Germania, 152 dall’Olanda, 84 dalla Danimarca e 80 dalla Svezia.