Iraq. Il Daesh rivendica l'attentato al mercato di Baghdad, 35 morti (15 donne e bimbi)
Immagine di repertorio
Il sedicente Stato islamico (Daesh) ha rivendicato la responsabilità dell'attentato suicida in un affollato mercato a maggioranza sciita a Sadr City, nella capitale irachena Baghdad.
L'attacco è arrivato il primo giorno di Eid Al Adha, la festa del sacrificio celebrata dal Nordafrica al Medio Oriente da più di 300 milioni di musulmani. È avvenuto nel mercato di Woheilat, nella periferia est della capitale irachena, quando l’attentatore - che lo Stato Islamico ha identificato come "Abu Hamza Al Iraqi", quindi un iracheno - che indossava, come una cintura, una bomba artigianale di fabbricazione locale, si è fatto esplodere in mezzo alle altre persone che stavano cercando regali e facendo acquisti per la festa del sacrificio.
Così sono morte, verso le 18.30 di lunedì (le 17.30 in Italia), 35 persone irachene e una cinquantina sono rimaste feriti. Tra le vittime, purtroppo, ci sono 15 tra donne e bambini.
Papa Francesco "ha appreso con profonda tristezza della perdita di vite nell'esplosione al mercato di Al-Wuhailat a Baghdad" e "invia le sue condoglianze alle famiglie e agli amici di chi è deceduto". Lo si legge nel messaggio di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, inviato a nome del Papa al nunzio apostolico in Iraq, mons. Mitja Leskovar. "Affidando le loro anime alla misericordia di Dio Onnipotente", il Pontefice "rinnova le sue ferventi preghiere affinché nessun atto di violenza diminuisca gli sforzi di coloro che si impegnano a promuovere la riconciliazione e la pace in Iraq".
I precedenti attentati il 15 aprile e il 21 gennaio
Il mercato si trova nel quartiere a maggioranza sciita di Sadr City ed è già bersaglio della violenza terroristica dei fondamentalisti sunniti dello Stato Islamico.
L’emittente “Sky News Arabia” - come riporta Vatican News - riferisce che il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi ha subito ordinato l'apertura di un'inchiesta sull'attentato. A Baghdad e a Sadr City il Daesh aveva colpito l’ultima volta il 15 aprile 2021, quando almeno 4 persone sono state uccise e altre 17 erano rimaste ferite a seguito dell’esplosione di un’autobomba in un mercato del quartiere. E il 21 gennaio, con un doppio attentato suicida nella zona di piazza Tayaran (dell’Aviazione), a un mercato di vestiti usati molto frequentato, erano state uccise anche allora 35 persone. Anche allora il sedicente Stato Islamico aveva rivendicato, ma un giorno dopo, i due attentati, attraverso il suo organo di propaganda.
Dopo anni di violenza settaria, gli attacchi suicidi erano diventati piuttosto rari nella capitale irachena e quello di gennaio era stato il primo dal giugno del 2019, nel quale persero la vita numerose persone. L'Iraq aveva dichiarato sconfitto militarmente il sedicente Stato islamico fin dal 2017, come anche la Siria, ma cellule dell'organizzazione continuano a esistere e in alcuni casi ad operare, soprattutto nelle regioni desertiche del Paese.
ll segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato "con fermezza" l'"orribile" attentato suicida compiuto in un mercato di Sadr City, a Baghdad, che ha provocato almeno 35 morti. L'attentato, rivendicato dal sedicente Stato islamico, "ricorda a tutti che la piaga del terrorismo non conosce confini", ha aggiunto Guterres, sottolineando "la necessità che i responsabili di questo crimine siano rapidamente assicurati alla giustizia"