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Guerra. Lo spazio aereo colabrodo di Mosca, che non sa trattenere gli attacchi

Francesco Palmas mercoledì 2 agosto 2023

Un drone militare statunitense

Per la seconda volta in tre giorni, la capitale russa è stata colpita in uno dei simboli del potere, la sede il ministero dello Sviluppo economico, lo stesso edificio, peraltro, già danneggiato domenica. Un «attacco terroristico» al cuore di Mosca, messo a segno dai droni, che ha devastato il 21esimo piano del complesso. È stato lo stesso sindaco della capitale russa, Sergeij Sobyanin a chiarire che il grattacielo colpito ieri è lo stesso investito dai droni domenica. «La facciata – ha detto – è stata danneggiata al 21esimo piano. I vetri sono stati distrutti per oltre 150 metri quadrati». La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha paragonato gli attacchi a Mosca all’Undici settembre.​L’offensiva dei droni ucraini riguarda anche le navi russe nel Mar Nero. Questa volta gli attacchi sarebbero stati neutralizzati. «I tre droni navali del nemico sono stati distrutti dal fuoco aperto delle navi russe», ha dichiarato il ministero della Difesa russo in una nota, aggiungendo che le motovedette sono state attaccate a 340 chilometri a sud-ovest di Sebastopoli. Sono state le navi di pattuglia della flotta del Mar Nero “Sergey Kotov” e “Vasily Bykov” a respingere l'attacco. Sempre secondo Mosca, Kiev ha tentato di attaccare con tre droni marini alcune navi mercantili russe «in rotta verso il Bosforo nel Mar Nero sudoccidentale». (L.M.)

L'analisi

Pochi uomini e settori sguarniti: si spiega così la difficoltà russa a fronteggiare i droni ucraini, liberi di colpire perfino Mosca. Il Cremlino ha le armi spuntate: il suo spazio aereo è come una gigantesca forma di gruviera. La 15esima armata, scudo della capitale, è impotente. Ha mezzi inadeguati che l’hanno costretta a compromessi: proteggere alcuni tratti e sguarnirne altri. Per coprire l’immensità della Federazione, l’Armata rossa non ha che 20mila sentinelle dei cieli, affatto insufficienti. Nonostante le difese multistrato, un tempo vanto della Russia, droni di poco valore fanno il buono e il cattivo tempo nei cieli della Federazione.

Eppure Mosca ha un ombrello invidiabile: due batterie antiaeree sui tetti degli edifici principali del ministero della Difesa e dell’Istruzione. Altri tre schermi proteggono (diciamo così) l’aeroporto commerciale di Ostafyevo, a sud della capitale. È stato puntellato pure il parco nazionale Losiny Ostrov a nord-est di Mosca. A nord-ovest c’è un altro sistema missilistico. E chi dice difese antiaeree dice contemporaneamente radar di scoperta.

Il problema allora non sono gli scudi, ma gli occhi e il naso che dovrebbero fiutare i droni in arrivo e azionare l’abbattimento. E qui sorgono i problemi, comuni a tutti gli eserciti. Lo si è visto benissimo durante la guerra nell’Alto Karabach. I droni non sono come gli aerei. Volano a bassissima quota e riflettono poco le onde elettromagnetiche dei radar. Sfuggono, perché i fasci dei sensori non seguono il rilievo terrestre: più i droni sono lontani, lenti e a bassa altitudine più sono invisibili. Ingannano perché la loro traccia si confonde spesso con quella del terreno, con gli stormi di uccelli e perfino con i detriti frammisti alla polvere.

Chiedete alla marina americana: le sue navi, bardate di sensori, sono state talvolta sorvolate da droni sconosciuti. Quando gli attaccanti sono individuati può essere già troppo tardi, perché ai difensori rimane pochissimo tempo per reagire. Un esempio: i Pantsir che proteggono Mosca sono abbinati a soli due radar, che non vedono oltre i 75 chilometri. Impiegati anche in Siria, questi sensori sono andati talvolta in confusione, ingannati sempre dagli uccelli. Non sono infallibili. Sono il frutto di un compromesso fra tanti fattori: portata, sensibilità, precisione, risoluzione e altri aspetti.

Gli ucraini ne conoscono pregi e limiti. Ne sanno sfruttare le debolezze, piegandole a proprio vantaggio. Hanno fornitori esterni e un’industria di droni molto quotata, che coltivano dal 2009 e massimizzano dal 2014, con attori di primo piano come Ua dynamics, Ukrspecsystem ed Llc Spc Athlon Avia. Di fronte alla nuova minaccia, la Russia ha poca scelta: deve potenziare l’ombrello con sistemi optronici, radiofrequenzimetri e disturbatori elettronici e satellitari, altrimenti, prima o poi, qualcuno ci lascerà le penne.