Bielorussia. La Ue alza un muro al confine lituano per fermare Lukashenko
La premier della Lituania, Ingrida Šimonytė
L'Unione Europea ha deciso di dire basta al dittatore Aleksandr Lukashenko che non controlla più i suoi confini e lascia passare centinaia di migranti senza permesso per vendicarsi delle nuove sanzioni che l'Unione Europea ha imposto al suo regime.
Alla frontiera tra Lituania e Bielorussia è cominciata, infatti, la costruzione di un muro di 550 chilometri e le autorità di Vilnius hanno già messo il filo spinato per scoraggiare l'arrivo dei richiedenti asilo. "Una recinzione di fil di ferro è il primo passo", ha spiegato il ministro dell'Interno lituana Agne Bilotaite, "in un secondo momento procederemo con la costruzione di una barriera fisica". L'esercito lituano è già all'opera per avviare la barriera che, nei pressi della città di Druskininkai, al confine con la Polonia, sarà lunga 30 chilometri.
Le tensioni tra Minsk e Vilnius sono cresciute l'anno scorso dopo che la Lituania ha ospitato diversi esponenti dell'opposizione bielorussa dopo la contestata rielezione del presidente Aleksandr Lukashenko. In Lituania si trova anche la leader dell'opposizione al presidente bielorusso, quella Svetlana Tikhanovskaya che ha sfidato il presidente alle elezioni lo scorso agosto ed ha poi dovuto rifugiarsi nel vicino Paese europeo dopo che il suo avversario è stato proclamato vincitore in un sondaggio denunciato come truccato dai sostenitori di Tikhanovskaya.
Il governo lituano, nei giorni scorsi, ha dichiarato lo stato d'emergenza dopo l'arrivo di 150 richiedenti asilo in un solo giorno. "Le autorità bielorusse strumentalizzano la migrazione irregolare per fare pressione sull'Unione Europea e sulla Lituania", ha denunciato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Emendamenti della legge sul diritto di asilo per accelerare l'esame delle richieste vengono discussi in questi giorni e il presidente Gintanas Nauseda ha convocato per lunedì il Consiglio di sicurezza nazionale.
Delle oltre 1.500 persone che hanno attraversato illegalmente il confine quest’anno, per entrare in Europa, ben 900 lo hanno fatto nei primi nove giorni di luglio. Il confine tra Lituania e Bielorussia è lungo 78 chilometri ma su 679 era già stata messa una barriera negli anni scorsi e circa 258 chilometri vengono monitorati elettronicamente.
L'anno scorso le guardie di frontiera lituane hanno arrestato 81 migranti illegali provenienti dalla Bielorussia, un numero di gran lunga inferiore a quello visto nelle ultime settimane.
I due Paesi sono ai ferri corti sulla crisi migratoria ma la ragione immediata dello scontro è stata il dirottamento del 23 maggio scorso, da parte della Bielorussia, del volo Ryanair FR4978 partito da Atene per Vilnius, capitale della Lituania, con a bordo il dissidente bielorusso Roman Protasevich, arrestato all'arrivo, e la fidanzata Sofia Sapega. Anche se la motivazione delle autorità bielorusse era stata la presunta presenza a bordo di una bomba. Alle proteste internazionali per il dirottamento sono seguite le sanzioni decise dall’Unione Europea. Alle quali la Bielorussia ha reagito aprendo le frontiere ai migranti e lasciandoli entrare in Lituania.
La costruzione del muro, che sarà controllato da truppe che impediranno a chi tenta di entrare in Europa di attraversare il confine, è stata annunciata, in conferenza stampa, dalla premier della Lituania Ingrida Šimonytė: “Costruiremo una barriera fisica che divida la Lituania dalla Bielorussia e che sia un simbolo certo e un deterrente sicuro per chi organizza le ondate migratorie: per assistere i nostri ufficiali di frontiera, le nostre forze armate saranno utilizzate per aumentare il numero di persone a guardia fisica del confine”.
Sempre secondo Šimonytė, la Bielorussia sta offrendo ai migranti voli verso Minsk, la capitale del Paese. “Ci sono agenzie di viaggio che offrono voli diretti che collegano Minsk a Bagdad e ci sono agenzie, sia in Bielorussia che in altri Paesi, che attraggono turisti a Minsk”, ha detto ancora Šimonytė secondo la quale l’aeroporto più importante di partenza verso la Bielorussia è Baghdad ma non è escluso che i migranti arrivino anche da Istanbul.
Come prova, la premier ha citato richieste di visti, presentate dalle agenzie bielorusse UmnoTury and Tsentrkurort al ministro degli esteri, copie dei quali sono stati inviati all'agenzia Reuters da un funzionario lituano. Lo stesso funzionario ha anche mandato copie di quattro “boarding pass” trovati su un migrante per un volo con la compagnia di bandiera nazionale bielorussa Belavia. E’ stata ancora Ingrida Šimonytė ad annunciare che la Lituania sta pensando di imporre controlli con i Paesi europei confinanti per fermare i migranti che la usano come base per viaggiare verso i Paesi dell'Unione Europea.
Non mancano i tentativi diplomatici di risolvere la crisi. Il ministero degli Esteri lituano ha chiesto formalmente all’ambasciata bielorussa che si metta fine al flusso di migranti irregolari. La Lituania sta anche organizzando una visita del suo ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis a Baghdad e ad Ankara, la prossima settimana, per discutere della crisi migratoria. “Buona parte delle persone che entrano in Lituania dalla Bielorussia arrivano dalla Turchia su linee aeree turche. Pensiamo che la Turchia conosca le loro identità e, se collaboriamo, possiamo chiedere che vengano accettate dai Paesi dai quali provengono”, ha detto il ministro Landsbergis in conferenza stampa.
“Se qualcuno pensa che chiuderemo i nostri confini con Polonia, Lituania, Lettonia e Ucraina e diventeremo un centro di accoglienza per chi scappa da Afghanistan, Iran, Iraq, Libia, Siria, Tunisia e altri Paesi africani si sta sbagliando”, ha dichiarato questa settimana Lukashenko, spiegando che la Bielorussia sta controllando il confine solo nella misura in cui le conviene. “Se qualcuno vuole che facciamo di più, siamo pronti ad andare al tavolo delle trattative e concordare le condizioni”, ha detto.
“Visto che il regime bielorusso guadagna da chi attraversa il confine per i costi dei visti, non possiamo aspettarci che questa politica possa cambiare se non interveniamo”, ha dichiarato oggi la premier lituana.
"Le frontiere della Lituania sono le frontiere dell'Unione europea. L'Unione Europea ha adottato sanzioni contro la Bielorussia e continua a lottare per promuovere i suoi valori". Così ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, stamani in visita ai confini del Paese baltico, che aveva ribadito la solidarietà dell'Unione alla Lituania.
Nei giorni scorsi Vilnius aveva dichiarato lo stato d'emergenza per il massiccio flusso di migranti in arrivo dalla Bielorussia, principalmente afghani e iracheni. Michel, già ieri, aveva condannato "tutti i tentativi di strumentalizzare la migrazione illegale per esercitare pressione sugli Stati membri della Ue".