Mondo

Europee. La Verde Irlanda: gli exit poll premiano gli ambientalisti

Riccardo Michelucci sabato 25 maggio 2019
Il trasporto  di un’urna elettorale sull’isola  di Innishfree nella contea del Donegal  in Irlanda (Ansa)

Il trasporto di un’urna elettorale sull’isola di Innishfree nella contea del Donegal in Irlanda (Ansa)

Con i sovranisti dell’Irish Freedom Party esclusi, i partiti tradizionali fino all’ultimo hanno spinto sull’europeismo La sorpresa dei Verdi secondo i primi exit poll a Dublino c’era il timore che la Brexit potesse condizionare il voto di uno dei Paesi più europeisti del Vecchio Continente. Ma con i sovranisti dell’Irish Freedom Party esclusi dal voto per motivi procedurali, la partita si è giocata tra partiti tradizionali, tutti europeisti. In vantaggio, a sorpresa, secondo i primi exit polls ci sarebbero i Verdi.

Secondo i primi exit poll pubblicati dall'emittente nazionale Rte dopo che i seggi sono stati chiusi alle
22 di venerdì, a Dublino il partito guidato da Ciarán Cuffe è in testa con il 23% dei voti e 9 punti di vantaggio sul partito conservatore del premier Leo Varadkar (alleato del Ppe), che è attestato al 14%. Segue il partito conservatore Fianna Fáil di Michael Martin, alleato di Alde, con il 12%. La sinistra di Sinn Féin a Dublino è invece al 10%, mentre il partito laburista è in coda con il 4%.

A livello nazionale, in testa ci sono le forze europeiste del Finn Gael e Fianna Fail, entrambi attorno al 23%. Perde consensi il partito dello Sinn Fein, che gli exit pool danno al 12%. Il Labour è al 6%, mentre i Verdi, a livello nazionale dovrebbero raggiungere il 9% dei consensi, assicurandosi tre degli 11 seggi europei previsti per l'Irlanda.

Si tratta, però, solo di rilevazioni iniziali fatte sulla base di interviste a campione agli elettori: lo spoglio inizierà domani e i risultati arriveranno lunedì. Uno dei fattori chiave – su cui tutti i partiti hanno scommesso e sulla quale non ci sono ancora dati – è l’affluenza. Per un Paese da sempre apertamente filo-Ue sarebbe stato un pessimo segnale scendere sotto la soglia del 50%. Il presidente della Repubblica Michael D. Higgins si è presentato al seggio nella prima mattinata di ieri, accompagnato dalla moglie Sabina. Molti manifesti affissi nella capitale irlandese incitano gli elettori a recarsi in massa alle urne, e per incoraggiare il voto dei più giovani sono stati inventati addirittura i badge adesivi con la scritta “I’ve voted” (“Ho votato”).

Disegnati dall’artista contemporaneo Maser e rigorosamente privi di alcun simbolo di partito, sono stati distribuiti gratuitamente a chi andava a votare in uno dei seggi della zona di Dublino. Chi li indossava sulla giacca aveva poi diritto a ottenere sconti in alcuni ristoranti e ne- gozi del centro, soltanto nella giornata di ieri. «Alle Europee del 2014 l’affluenza degli elettori tra i 18 e i 24 anni è stata solo del 21%. Stavolta volevamo incentivarla in ogni modo », spiega la giornalista del-l’Irish Times, Una Mullally, tra le promotrici dell’iniziativa.

Ancora non si sa se abbia avuto esito: fino a tarda serata, i dati sull’affluenza non erano ancora noti. Il boom di partecipazione in Olanda – 42,2%, il record in trent’anni – e l’aumento del voto postale in Slovenia – addirittura + 70% –, Lituana e Estonia è un segnale importante. Nelle tre circoscrizioni elettorali di Dublino, Midlands nord ovest e sud si sono sfidati 59 candidati per gli 11 posti destinati all’Irlanda nell’Europarlamento. Ma con l’uscita del Regno Unito dall’Ue e la conseguente redistribuzione dei seggi l’Irlanda dovrebbe ottenerne altri due, arrivando a 13. Oltre alle Europee, ieri, gli irlandesi hanno votato anche per le amministrative e per l’ennesimo referendum costituzionale, stavolta per ridurre i tempi di ottenimento del divorzio attualmente fissati in 4 anni.