Al via oggi in Egitto il vertice dei
paesi del nord Africa per discutere della situazione in Libia. Fra
gli organizzatori dell'incontro, il ministro degli Esteri algerino
Ramadan Lamamra atterrato sabato sera al Cairo. I disordini che
stanno avvenendo in Libia rappresentano una minaccia per i paesi
confinanti, in particolare l'Egitto e Algeria. Da ieri l'altro le
milizie islamiche controllano l'aeroporto di Tripoli, mentre
continuano i raid aerei di forze non identificate contro le
postazioni islamiste nella capitale e a Misurata."Fino a questa mattina presto abbiamo sentito esplosioni e combattimenti ma ora sembra esserci una tregua. Alcuni dicono che la situazione dovrebbe migliorare ma non ci credo finché non lo vedrò, finché non riusciremo a dormire la notte". Lo dice all'agenzia vaticana Fides monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, dove negli ultimi giorni si sono registrati pesanti combattimenti per il controllo dell'aeroporto e di altri punti chiave della capitale libica. Martinelli sottolinea che la penuria di carburante le frequenti interruzione dell'erogazione dell'elettricità, che possono durare anche 6-10 ore, creano pesanti disagi alla popolazione. "Diciamo - dice il vicario apostolico, che è un francescano - che la Libia ci aiuta a vivere l'ascetica della privazione, del distacco dai beni materiali, della "perfetta letizia" per dirla in termini francescani". Per quanto riguarda la situazione della piccola comunità cristiana, il vescovo dice che "la Chiesa si svuota sempre di più ma resta un gruppo che vuole continuare ad andare avanti. Forse 300-400 persone, in gran parte filippine e soprattutto africani, che svolgono lavori occasionali in particolare nell'edilizia. Cercheremo di resistere anche noi per offrire un servizio a questi nostri fratelli". "Imploro tutti di pregare per la Libia - conclude monsignor Martinelli - perché solo la preghiera ci può dare la forza di superare questi momenti".La Libia sta sprofondando sempre più nell'anarchia politica,
insieme alla guerra che - tra bande, miliziani, jihadisti, il
debole esercito regolare e i "misteriosi" raid degli ultimi
giorni, l'ultimo stamani a Tripoli - la sta insanguinando dalla
Tripolitania alla Cirenaica. un momento che il ministro degli
esteri Federica Mogherini ha definito "il più difficile dalla
rivoluzione a oggi".
Una situazione di caos nell'ultima frontiera verso l'Europa
di migliaia di migranti in fuga dalle guerre della regione che
intraprendono la via del mare a rischio della vita, come i
profughi morti nel naufragio di venerdì sera: il bilancio delle
vittime potrebbe superare i 250 morti. Ieri le prime
informazioni parlavano di complessivamente 200 tra morti e
dispersi, ma, secondo media americani, il barcone sarebbe stato
molto più affollato.