Tripoli. Libia, 2 passi verso il governo di unità
Nel terzo giorno dall'arrivo a Tripoli di Fayez al Sarraj, designato presidente del Governo libico di pacificazione nazionale, il suo oppositore Khalifa Ghwell, capo dell'esecutivo "ribelle" estremista islamico, ha lasciato la capitale libica. Insieme con 7 dei suoi 18 tra ministri e viceministri, Ghwell si sarebbe rifugiato nella città natale di Misurata, verso est. Si tratta di una mossa importante, che potrebbe essere interpretata come un segnale di resa.
L'allontanamento volontario di Ghwell dalla capitale è un primo passo verso l'insediamento ufficiale del governo di Sarraj, come auspicato dall'Italia, dall'Onu e da chiunque speri in un futuro di pace per questo Paese.Un secondo passo è costituito dalla dichiarazione da parte di una decina di città della Tripolitania, ovvero delle milizie che le controllano, di non sostenere più il governo islamico di Ghwell preferendogli d'ora in più quello di unità nazionale di Sarraj.
In un comunicato
pubblicato su Facebook, le municipalità di 10 città costiere
situate fra Tripoli e la
frontiera con la Tunisia, hanno invitato tutti i libici a
"sostenere il governo di unità nazionale" e hanno salutato
l'arrivo del premier Sarraj e di altri esponenti del suo
esecutivo, a cui hanno chiesto di "mettere subito fine a tutti i
conflitti armati in tutta la Libia". Le principali città che
hanno sottoscritto il comunicato sono Sabratha, Zawya e Zuara.
Si tratta di un duro colpo per l'esecutivo di Tripoli, sostenuto
dalla coalizione di milizie islamiste Fajr Libya, che aveva bollato
come "illegale" l'arrivo di Sarraj nella capitale.
L'ombra del Daesh. Alcune zone del Paese restano poi sotto il controllo dei jihadisti del Daesh, in particolare la zona di Sirte e i terminali petroliferi costieri, distanti sia da Tripoli sia da Tobruk. I jihadisti sarebbero dai 3 ai 10mila, provenienti dalla Siria.