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GUERRA. Libia, la Nato prende le redini del comando

venerdì 25 marzo 2011
La Nato assumerà il comando di tutte le operazioni militari in Libia. L'annuncio è arrivato in una giornata di grande fermento diplomatico. L'Alleanza Atlantica ha comunicato che "entro qualche giorno", secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini "fra domenica e lunedì", assumerà il controllo completo non solo per quanto riguarda la no-fly zone, ma anche per tutte le azioni militari contro gli obiettivi di terra, necessarie per garantire il rispetto della risoluzione numero 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu."Assicureremo il coordinamento per evitare conflitti con la coalizione" che ha operato finora, ha spiegato la portavoce Nato Oana Lungescu, mentre i vertici militari hanno precisato che occorrerà impiegare "decine di aerei, non centinaia". Una soluzione sostenuta con forza dall'Italia, che ha "assolutamente" soddisfatto il premier Silvio Berlusconi. La missione, ha aggiunto Lungescu, in linea di massima è stata pianificata per avere una durata di "tre mesi", che tuttavia potrà essere ulteriormente prolungata o, se del caso, anche abbreviata a seconda delle necessità.Da Bruxelles, dove in giornata si è riunito il Consiglio Europeo, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha riferito che Parigi e Londra stanno approntando "una soluzione politica e diplomatica" per la Libia. Una notizia accolta con sorpresa alla Farnesina dove si fa notare che anche "l'Italia ha le sue idee e le sue proposte per accompagnare il processo, gestito dai libici, per la nascita di nuova Libia unita e democratica" e che "ne parleremo con i nostri partner nelle sedi opportune,già da martedì a Londra". Nel frattempo ad Addis Abeba una delegazione del regime guidata dal segretario del Congresso Generale del Popolo, Mohammed al-Zwai, ha partecipato a una seduta straordinaria dell'Unione Africana che ha coinvolto i ministri degli Esteri di Repubblica del Congo, Sudafrica, Mali, Mauritania e Uganda e rappresentanti di Onu, Lega Araba, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti. Lo scopo dell'Ua è favorire il dialogo tra regime e ribelli. All'incontro però mancavano esponenti del Consiglio Nazionale Provvisorio istituito a Bengasi dagli insorti, che ha ribadito la contrarietà a ogni tipo di trattativa sia con l'attuale regime sia con le stesse tribù. Sul versante bellico si sono registrate due potenti esplosioni udite da alcuni testimoni nella città libica di Ajdabiya, in Cirenaica, mentre una densa colonna di fumo si è levata in cielo. Non è chiaro cosa abbia causato le esplosioni ma la città, dove si confrontano ribelli e forze fedeli a Gheddafi, è stata teatro, per più di una settimana, di violenti combattimenti.Gli Usa e i paesi alleati che pattugliano la no-fly zon - ha comunicato il Pentagono - hanno lanciato sulla Libia 16 missili Tomahawk e hanno effettuato 153 sortite aeree nelle sole ultime 24 ore. Obiettivi delle missioni sono l'artiglieria, le forze di terra e le strutture di comando e controllo.