Africa. Camerun, liberato il vicario generale della diocesi di Mamfe
Il sacerdote rapito, padre Julius Agbortoko
È stato liberato senza il pagamento del riscatto il vicario generale della diocesi di Mamfe, nel sud-ovest del Camerun, rapito domenica 29 agosto. Lo ha annunciato ieri sera, 31 agosto, il cancelliere della diocesi camerunese, p. Sébastien Sinju, lo stesso che aveva confermato il rapimento.
“Ringraziamo l’Altissimo che ha tenuto al sicuro durante la prigionia monsignor Julius Agbortoko Agbor e lo ha riportato a noi sano e salvo”, afferma un comunicato firmato da p. Sinju e riporato dall'agenzia Fides. Il cancelliere ringrazia “le comunità cristiane e tutti coloro che in patria e all’estero sono stati al nostro fianco mentre eravano uniti in preghiera. (…). Che Dio vi benedica”.
Per la liberazione del sacerdote i rapitori avevano chiesto un riscatto di 20 milioni di franchi CFA (circa 30.489 euro). A quanto pare la somma non sarebbe stata pagata.
Mons. Agbortoko Agbor era stato catturato domenica 29 agosto da alcuni giovani armati, che si erano qualificati come separatisti, che avevano assalito il seminario maggiore di Mamfe. La loro intenzione iniziale era quella di catturare Sua Ecc. Mons. Francis Teke Lysinge, Vescovo emerito di Manfe. Ma vista l’età avanzata del Vescovo, i separatisti hanno preferito prendere Mons. Agbor.
A giugno scorso, la Conferenza episcopale del Camerun aveva lanciato un appello affinché "cessino le persecuzioni a danno di sacerdoti e missionari" nel Paese africano. Nel giugno dell'anno precedente aveva destato clamore il rapimento del cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo della diocesi di Douala, di 90 anni, rilasciato poi poche ore dopo. Con lui venne preso anche il re di Kumbo, il Fon di Nso, che nella regione rappresenta un'autorità tradizionale.
Nel luglio 2018 un sacerdote era stato ucciso a colpi di arma da fuoco dai secessionisti non lontano da Muyuka, nella regione del Sud-Ovest e nell'ottobre dello stesso anno un missionario americano era stato ferito a morte da una sparatoria nel Nord-Ovest.
Lo scorso 22 agosto, a Bali nel Nord-Ovest, una fedele cristiana presbiteriana è stata uccisa e il pastore della chiesa è stato ferito a un braccio dopo che spari hanno colpito una chiesa in piena funzione religiosa. I separatisti e l'esercito si sono accusati a vicenda di essere responsabili della tragedia.
E tre mesi fa un altro prete della diocesi di Mamfe, Christopher Eboka, era stato rapito e rilasciata dopo nove giorni. Secondo l'Onu, i combattimenti in Camerun hanno portato alla morte di migliaia di persone e ha costretto più di 700mila persone a fuggire in altre Paesi, incluso la Nigeria.