Maria Sandra Mariani, la donna fiorentina di 53 anni catturata il 2 febbraio del 2011 nel deserto algerino circa 200 chilometri a sud della città di Djanet, è stata liberata. La Farnesina ha confermato la notizia data da diversi organi di stampa internazionale, a partire dalla tv araba Al Arabiya."Ora sono in paradiso, sono finalmente libera. Vi ho pensato tanto e vi abbraccio tutti. Sto bene. Domani mattina sono in Italia, a Roma". Queste le prime parole dette al telefono ai genitori, Lido e Fiammetta, e poi alla sorella Mariangela. La donna si trova in un albergo della capitale del Burkina Faso, Ouagadougou.Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha rivolto "i ringraziamenti più sentiti a tutti coloro che hanno contribuito all'esito positivo della vicenda con grande dedizione, costanza e professionalità". La notizia ha portato la gioia nella casa della donna a San Casciano Val di Pesa (Firenze). Appena appreso dalla Farnesina della liberazione della figlia, il padre è scoppiato in un pianto a dirotto. "Maria Sandra sta bene ed è in buona salute. Me lo hanno detto i funzionari della Farnesina", ha raccontato Lido Mariani. Con i genitori e lo zio c'erano anche il responsabile della cooperazione della regione Toscana, Massimo Toschi, e il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini.Mariani è rimasta quattordici mesi sotto sequestro, nelle mani di al-Qaeda nel Maghreb islamico.
Maria Sandra Mariani fu rapita nel pomeriggio del 2 febbraio 2011 da un gruppo di 14 miliziani. A bordo di due grossi pick-up fu subito trasferita nel vicino Niger. Al momento del rapimento, la turista era con tre cittadini algerini, guide tuareg poi rilasciate, che facevano parte di un'escursione organizzata da un'agenzia di viaggio.Da San Casciano Val di Pesa, aveva deciso di partire per trascorrere un mese di vacanza nel Paese nordafricano, spingendosi fino al confine con il Niger e il Mali, una delle zone nel deserto più pericolose del Paese.Al-Qaeda nel Maghreb islamico, formato da militanti salafiti, si è reso responsabile di sequestri e sanguinosiattentati tra Mali, Mauritania e Algeria. Il gruppo rivendicò anche il rapimento dell'italiano Sergio Cicala e della moglie Philomene, catturati in Mauritania nel dicembre 2009 e liberati quattro mesi dopo.Ancora prigioniera è
Rossella Urru, cooperante sarda, rapita anche lei in Algeria. Urru sarebbe nelle mani del Movimento Unito per il Jihad in Africa occidentale, un gruppo dissidente di al-Qaeda.