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Israele. Raid sul Libano, caccia al successore di Nasrallah. Profughi in trappola

Anna Maria Brogi venerdì 4 ottobre 2024

Un edificio in macerie a Beirut dopo un raid israeliano

Nella guerra su più fronti di Israele contro quello che il presidente Benjamin Netanyahu chiama «l'asse del male» - e che si autodefinisce «l'asse dei resistenti», ovvero l'Iran e le sue milizie satelliti sparse in Medio Oriente - le mosse militari sul terreno vanno di pari passo con le mosse politico-diplomatiche. E con le voci che ricostruiscono quello che potrebbe essere successo dietro le quinte.

«Nasrallah aveva accettato la tregua prima di essere ucciso»

Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, ha detto alla Cnn che l'ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva accettato un cessate il fuoco con Israele poco prima di essere ucciso con più di 80 bombe antibunker esplose sottoterra. «La parte libanese aveva accettato», ha detto. Il presidente del parlamento Nabih «Berri si era consultato con Hezbollah e ne avevamo informato - ha sostenuto il ministro - i rappresentati di Stati Uniti e Francia». Sia Parigi che Washington, promotori dell'iniziativa, avevano riferito ai libanesi che Netanyahu aveva accettato la proposta di 21 giorni di cessate il fuoco. Sulle televisioni israeliane la notizia di tre settimane di tregua sul fronte libanese era rimbalzata il 26 settembre, per essere smentita poche ore dopo dal premier Netanyahu. L'indomani il maxi attacco aereo che ha ucciso Nasrallah.

Se effettivamente fosse andata così, Netanyahu sarebbe stato verosimilmente costretto a ritrattare la disponibilità già data a Biden e a Macron dalla minaccia dei ministri "falchi" dell'estrema destra, Ben-Gvir e Smotrich, di abbandonare il governo aprendo una crisi.

Libano, 8 caduti israeliani. Raid su Beirut. «Evacuare anche nord del Litani»

Nuovo raid israeliano, nella notte, sul centro di Beirut. Almeno sei le vittime. Tra i feriti, anche due giornalisti belgi. Negli attacchi di ieri sul sud del Paese e nella valle orientale della Bekaa, tra i 46 morti c'è un cittadino americano. Con i sette soldati uccisi ieri, sale a 8 il bilancio dei caduti israeliani in Libano.

Giovedì mattina l'esercito ha annunciato di avere colpito circa 200 obiettivi di Hezbollah e ucciso «circa 15 terroristi». Hezbollah ha dichiarato di aver respinto un tentativo dell'esercito di avanzare verso un punto di confine nel Libano meridionale, la Porta di Fatima.

L'esercito israeliano ha ordinato per la prima volta l'evacuazione di villaggi e città situati a nord del fiume Litani, inclusa Nabatia.

A caccia di Saffiedine

Nella notte tra giovedì e venerdì altri attacchi pesanti in Libano, sulla strada che dal Libano porta alla Siria. Un bombardamento ha colpito il valico di Masnaa, bloccando la strada usata da centinaia di migliaia di profughi che negli ultimi giorni usavano quel passaggio per fuggire dai raid israeliani in Libano. L'esercito israeliano è alla caccia del presunto successore di Hassan Nasrallah alla guida di Hezbollah, Hashem Safieddine. L'uomo era riunito con altri dirigenti di Hezbollah in un bunker sotterraneo quando c'è stato il bombardamento, verso la mezzanotte di ieri. Una serie di esplosioni hanno colpito il quartiere residenziale a Dahyia. Poco prima le forze israeliane avevano colpito Tulkarem, in Cisgiordania, provocando la morte di almeno 18 palestinesi, secondo quanto hanno denunciato fonti palestinesi.

La Croce rossa: «Uccisi 4 sanitari che evacuavano feriti»

La Croce rossa libanese ha annunciato che «quattro paramedici sono stati uccisi in un attacco israeliano nel villaggio di a-Taiba nel sud del Paese, insieme con un soldato dell'esercito regolare». Gli infermieri «sono stati colpiti mentre evacuavano feriti nella zona anche se erano in coordinamento con le forze Onu».

«Khamenei aveva detto a Nasrallah di lasciare il Libano». Voci sui funerali

Secondo l'agenzia di stampa iraniana Irna, la cerimonia di sepoltura di Nasrallah si terrà domani. Non vengono indicati né il luogo né l'ora. Ma Hezbollah smentisce la notizia come voci infondate.

Stando all'agenzia Reuters, che cita funzionari di Teheran, la Guida suprema ayatollah Ali Khamenei aveva offerto protezione a Nasrallah, avvertendolo che doveva lasciare immediatamente il Libano. Subito dopo l'attacco ai cercapersone trappola del 17 settembre - spiegano le fonti iraniane - Khamenei inviò un messaggio a Nasrallah dicendogli di andare subito in Iran, mettendolo in guardia su rapporti d'intelligence secondo i quali il Mossad (servizi segreti israeliani) aveva agenti all'interno del movimento sciita e stava pianificando di ucciderlo.

Il presidente iraniano in Qatar. L'emiro: «Fermare il genocidio»

Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha incontrato in Qatar il numero due dell'ufficio politico di Hamas, Khalil al-Hayya. Secondo i media iraniani, la visita di Pezeshkian a Doha era in programma già da tempo.

L'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha dichiarato che è in Medio Oriente è in atto «un genocidio collettivo». «Una soluzione a due Stati, la creazione di uno Stato palestinese indipendente e sostenibile all'interno del confine del 1967 con Gerusalemme Est come capitale - ha detto - è la chiave per una pace duratura nella regione».

Raid israeliano in Siria. Morto consigliere dei Pasdaran iraniani

Nella notte l'aviazione israeliana ha compiuto un raid in Siria, colpendo un deposito di munizioni vicino alla città portuale di Lattakia. Il raid è stato confermato dalla radio siriana Sham Fm, che riporta di una notte di attività dell'antiaerea di Damasco. L'esercito israeliano aveva avvertito che avrebbe cercato di colpire le consegne di armi e munizioni dell'Iran a Hezbollah, che per lo più passano in territorio siriano.

Nella capitale Damasco, un consigliere dei Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran iraniani), Majid Diwani, è morto per le ferite riportate in un attacco aereo israeliano di tre giorni fa.