Caro direttore,ho letto e riletto la lettera di Asia Bibi. Quelle parole arrivano dritte al cuore. Odorano della bellezza infinita di una fede vera e illuminata. Asia Bibi è ognuno di noi e mi spaventa chi non sente questo. Il suo cuore deve pulsare all’unisono con tutte quelle persone di buona volontà a cui si rivolge. Asia Bibi è cattolica, ama Dio e che tipo di colpa è quella di amare? L’amore è luce, non è uno strumento di potere, non è supremazia sugli altri, ma servizio. Perché tutto questo spaventa? Perché lo si vuole soffocare fino ad arrivare a una condanna a morte? Perché, a prescindere dalla religione cui si appartiene, si vuole spegnere ciò che può soltanto illuminare? E ancora, come si può imporre a un cuore il ritmo in cui battere? Come si può mettere in discussione la vita di una persona per un pregiudizio? Una volta un uomo che aveva sofferto molto mi disse che le persone possono diventare violente e possono arrivare a uccidere perché hanno paura, ma la paura del diverso è figlia del male, dell’insicurezza, di un cuore desertificato che può ricominciare a fiorire solo quando troverà la forza di scegliere la vita e la sua difesa. Liberate Asia Bibi e anche voi ricomincerete a vivere. La sua morte non vi libererebbe dalla paura. La violenza non assicurerebbe la libertà di fare ciò che si vuole, ma solo prigione e buio nell’anima. Liberatela e voi stessi vi illuminerete di interezza e grandiosità.