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Le immagini. Tigrai, l'orrore a Macallè: terzo bombardamento aereo in una settimana

Paolo Lambruschi giovedì 21 ottobre 2021

Il fumo nero degli esplosivi alla periferia di Macallè

Macallè sotto le bombe. Le immagini mostrano il terzo attacco aereo condotto questa settimana sul capoluogo del Tigrai. L'Etiopia ha confermato i raid. Lo Stato regionale è da quasi un anno in guerra civile con Addis Abeba. Secondo il governo centrale, guidato dal Nobel per la pace 2019 Abiy Ahmed , l'ultimo attacco condotto nella mattinata de 21 ottobre è stato mirato contro un centro "attualmente utilizzato per l'addestramento militare del Tplf", il partito al potere nel Tigrai.

Tra le rovine si un complesso devastato dalle bombe - .


Il portavoce del Tplf, Getachew Reda, ha riferito all'Afp che le unità di difesa aerea tigrine sono impegnate a "sventare la sua missione". Lunedì l'aeronautica militare del governo federale ha lanciato due attacchi aerei contro Macallè e l'Onu ha denunciato l'uccisione di tre bambini e il ferimento di altre persone. Colpita anche l'area industriale di Mesfin pesantemente danneggiata e con un numero imprecisato di feriti.

Le fiamme dopo le esplosioni vicino al centro della capitale tigrina - .

Ieri c'è stato un raid anche sulla città di Agbe - che sorge circa 80 chilometri a ovest della capitale tigrina - e un funzionario ospedaliero ha detto all'Afp che sono state ferite otto persone, tra le quali una donna incinta. La comunità internazionale ha lanciato l'allarme per questi ultimi raid e continua a chiedere insistentemente il cessate il fuoco. La replica di Abiy è la stessa da 11 mesi: si tratta di una questione interna. Secondo gli osservatori, l'attacco dell'aviazione etiope sarebbe una reazione al fallimento della controffensiva di terra sferrata dai federali e dall'esercito alleato eritreo contro le truppe tigrine che hanno occupato parte delle regioni Afar e Amhara.

Soccorsi ai civili tigrini feriti dalle bombe dei caccia etiopi - .

Secondo l'Unhcr/Acnur Circa sette milioni hanno bisogno di assistenza alimentare nel nord dell'Etiopia. Cinque milioni solo in Tigrai, dove 400.mila persone stanno affrontando una carestia.