Ogni giorno Seiji Sasa batte in lungo e in largo la stazione ferroviaria della città di Sendai, nel nord del Giappone. A caccia, come ha raccontato l’agenzia
Reuters, di senzatetto. Seiji Sasa non è un assistente sociale, né un volontario. È un reclutatore che lavora per la Yakuza, la potentissima mafia giapponese. Dal suo cilindro, l’uomo estrae due carte: una apparentemente buona, l’altra decisamente un po’ meno. Ai senzatetto “assoldati” per il lavoro sporco promette una paga di circa cento dollari al giorno: appetibile per chi non ha nulla, ma comunque sotto il minimo salariale. E allo stesso tempo consegna loro un biglietto: destinazione Fukushima. Perché i senzatetto dovranno “ripulire” la devastata centrale nucleare, squassata da un terremoto e dallo tsunami nel marzo 2011.Il Giappone sta facendo i conti con un nuovo scandalo. Perché nei maxi lavori per bonificare i terreni contaminati nel più devastante incidente nucleare dopo Chernobyl, si è infiltrata la mafia. I lavori sono mastodontici. Secondo la
Reuters, le operazioni sono state affidata a 773 società che impiegano circa 10mila uomini. Costo: 35 miliardi di dollari per ripulire dai residui radioattivi un’area del Giappone più grande dell’intera Hong Kong. Proprio per accaparrarsi una parte di questa gigantesca torta, si stanno muovendo le organizzazioni criminali. Che fanno da “cerniera”, lavorando come reclutatori di manodopera, muovendosi in un settore tradizionalmente opaco del sistema giapponese. Il ministero dell’Ambiente ha annunciato che la bonifica sui siti più contaminati richiederà almeno 2-3 anni in più rispetto all’originale scadenza, individuata per il marzo 2014. Ciò significa che una buona parte degli oltre 60mila residenti della zona non potranno ritornare nelle proprie abitazione se non dopo 6 anni dal disastro. Lo scorso dicembre Carlos Lentijo, a capo della Divisione Aiea sul ciclo del combustibile nucleare e del trattamento delle scorie, al termine di una missione di dieci giorni sul luogo del disastro, ha ribadito che a Fukushima la situazione «resta molto complessa e ci saranno sfide impegnative da risolvere per la stabilità di lungo termine».