Le giornate dello sviluppo. La sfida: sanità per tutti entro il 2030
Aiuti del Programma alimentare mondiale in Yemen (Ansa)
Quando i bambini la vedono da lontano avvicinarsi al villaggio, cominciano a correre verso di lei per accompagnarla. Il suo nome significa «buone notizie» in arabo ed è esattamente quello che Bashair sta portando nelle montagnose del governatorato di Sanaa, in Yemen, dove lavora come operatrice sanitaria di comunità. Un anno fa, le vite degli abitanti del villaggio di Bani Zayed sono migliorate in maniera significativa. Dopo aver ricevuto tre settimane di formazione su nutrizione infantile, salute pubblica, salute materna, Bashair ha iniziato ha svolgere il suo ruolo nel villaggio e in quelli vicini. «Ho voluto iniziare subito visitando tutte le comunità in un giorno, perché sapessero che ero lì per aiutarle», spiega.
È a persone come lei che l’Unione Europea e l’Unicef si sono rivolte, finanziandone la formazione e provvedendo alla fornitura di dispositivi medici. Finora sono 1.527 gli operatori sanitari selezionati e formati in tutto lo Yemen, che raggiungono con i loro servizi sanitari “porta a porta” quasi 700mila persone. Il sostegno a Bashair e ai suoi colleghi è solo uno degli esempi dell’impegno che l’Unione Europea sta profondendo per la riduzione delle disuguaglianze, tema chiave degli European Development Days (Edd), le Giornate europee dello sviluppo tenutesi a Bruxelles. Nonostante gli incrementi del reddito pro capite, molti Paesi in via di sviluppo sono affetti da alti livelli di disparità, una minaccia alla crescita inclusiva che incentiva anche l’emigrazione. Tra le nazioni più diseguali ci sono Sudafrica, Zambia, Mozambico, Brasile e Colombia.
Anche Cina e India vivono drastici cambiamenti nella distribuzione del reddito, mentre più in generale l’1 per cento più ricco del pianeta ha beneficiato del 27% della crescita del Pil totale negli ultimi 40 anni. Ma disuguaglianza non è solo reddito: è discriminazione basata su sesso o etnia, è diverso accesso alle risorse e al lavoro, è disparità sul fronte tecnologico, dell’istruzione, della protezione dai cambiamenti climatici Agli Edd, il Commissario Europeo alla cooperazione internazionale, Neven Mimica, ha annunciato una partnership con l’Organizzazione mondiale della sanità per raggiungere l’obiettivo della copertura sanitaria universale entro il 2030. Dall’Ue arriveranno 102 milioni di euro da investire per sistemi sanitari di qualità in oltre 80 Paesi africani, asiatici, del Pacifico e dei Caraibi.
È stato inoltre esteso fino alla fine del 2020 con altri 55 milioni di euro il trust fund Ue per la Repubblica Centrafricana, che ha già raggiunto 2,5 milioni di beneficiari. Il fondo è utilizzato, oltre che per la salute, per lo sviluppo del settore rurale e per i programmi di sicurezza alimentare e di vaccinazione animale. Per l’Ue, sottolineano gli ultimi documenti comunitari sul tema, la lotta alle disuguaglianze è una priorità, una linea guida delle politiche di cooperazione concentrate nel Consenso Europeo sullo sviluppo, la nuova visione strategica in linea con l’agenda 2030 dell’Onu.
L’Ue rimane il principale donatore mondiale di aiuti allo sviluppo: fornisce oltre la metà dell’assistenza su scala mondiale. L’obiettivo generale è l’eliminazione della povertà, promuovendo il buon governo, lo sviluppo umano ed economico e affrontando sfide universali come la lotta alla fame e la preservazione delle risorse. E non c’è solo l’aiuto allo sviluppo, ma politiche pubbliche che stanno diventando sempre più imprenditoriali, puntando sugli investimenti privati per moltiplicare le risorse.