Un documento forse «non perfetto». Ma in ogni caso, quello approvato ieri a Ginevra, «rispetta i punti sostanziali dei diritti umani, apre la strada a continuare a negoziare in futuro su alcuni temi che, per la prima volta, sono stati accettati universalmente». È il giudizio espresso ieri, ai microfoni della Radio vaticana da monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, dopo l’approvazione del documento Durban-2. E lo stesso presule, circa il fatto che il voto sia giunto subito all’indomani delle polemiche seguite all’intervento del Presidente dell’Iran Ahmadinejad, ha sottolineato come «la preoccupazione di tutti era di dare un segno chiaro che ci si deve orientare sulla sostanza del documento e lasciar cadere altre interpretazioni o altri eventi politici». Ancora sull’intervento del presidente iraniano, una nota della Sala Stampa vaticana, dopo la presa di distanze espressa dal suo direttore padre Federico Lombardi già lunedì sera, era tornata ieri a sottolineare come per la Santa Sede «è da deplorare» il fatto che il «forum dell’Onu sul razzismo» sia utilizzato «per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato». Un tale atteggiamento infatti «non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile», quando invece «si tratta di valorizzare» l’«importante occasione» del forum «per dialogare insieme». Così, dopo aver appunto ricordato l’intervento “a caldo” di Lombardi, la nota rimanda alle parole pronunciate domenica dal Papa, che dopo il Regina Coeli aveva espresso i propri «sinceri voti» affinché «i delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, di discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione del valore universale della dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo». «Di conseguenza la Santa Sede – si legge ancora – deplora l’utilizzazione di questo forum dell’Onu per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato. Ciò non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile. Si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l’intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro- discendenti, migranti, popolazioni indigene, eccetera, in ogni parte del mondo. La Santa Sede, mentre rinnova l’appello del Papa, assicura che con tale spirito la sua Delegazione è presente e lavora alla Conferenza». Di «nuovo inaccettabile attacco a Israele», a proposito del discorso di Ahmadinejad, parla oggi anche L’Osservatore Romano, secondo il quale «le prospettive di ottenere indicazioni forti contro il razzismo dalla Conferenza a questo punto sembrano diminuire».