Crocifisso e coppie omosessuali. La Corte di Strasburgo torna su due materie eticamente sensibili, disegnando sempre più dettagliatamente quello che sarà il panorama etico dell’Europa di domani. Ieri, infatti, la Corte si è pronunciata su quattro casi inglesi. Va ricordato che l’organismo europeo che si occupa di diritti dell’uomo differisce dall’organo giurisdizionale della Ue (la Corte di Giustizia europea del Lussemburgo) ed è un tribunale internazionale che vigila sull’applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, trattato firmato dai 47 Stati appartenenti al Consiglio d’Europa. Abbiamo chiesto a Francisco Javier Borrego Borrego, che per anni ha ricoperto la carica di giudice della Corte europea dei diritti dell’Uomo, un parere sulla portata di queste pronunce.
Perché secondo lei stiamo assistendo a un incremento di ricorsi e sentenze della Corte di Strasburgo su materie eticamente sensibili?Sappiamo tutti che ci troviamo in un periodo di grave crisi economica, con serissimi problemi di sussistenza materiale e anche molta confusione di principi e valori. Le questioni eticamente sensibili sono spesso oggetto di attenzione da parte dei media e possono distogliere l’attenzione da quelli che sono i veri, reali, immediati problemi per la maggioranza dei cittadini europei. E questo modo di procedere non è certo una novità nella storia del genere umano.
Queste materie non dovrebbero essere di competenza dei singoli Stati?Infatti la prima e principale responsabilità appartiene alla comunità nazionale, perché in molti di questi ambiti eticamente sensibili non esiste un consenso unanime in Europa, e non possono imporsi principi etici come in molti di questi temi delicati, non c’è consenso in Europa, e non possono quindi essere imposti determinati principi etici, o la loro assenza, in uno Stato o in un altro.
I singoli Stati possono discostarsi da quello che afferma la Corte o si tratta, di fatto, di un ulteriore grado di giudizio oltre a quelli interni?La Corte ha la funzione e il dovere di applicare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E una sua interpretazione conforme alle circostanze e alle situazioni attuali è possibile, ma senza mai dimenticare due limiti: in primo luogo, la situazione di cui si parla deve esistere in tutta Europa, vale a dire che la Corte non può imporre ciò che accade in uno Stato anche a un altro. In secondo luogo, l’interpretazione della Convenzione operata dalla Corte non può mai arrivare a creare nuovi diritti umani non coperti dalla Convenzione. Casi che riguardano in profondità la coscienza sociale rischiano di portare ad una mancanza di credibilità della Corte, se l’approccio a queste materie non è fondato saggezza, prudenza e rispetto delle realtà nazionali.