Guerra. Ucraini e russi a caccia di altri soldati, ma in tanti non vogliono arruolarsi
L’attesa:una postazionecontraerea ucraina a ridosso del centro abitato di Bakhmut, dove lo scontro appare in stallo
Nella guerra di parole che preannuncia un rilancio della guerra sul campo, le forze sul terreno devono fare i conti con un nemico che presto o tardi avrebbe bussato alle porte dei generali: la ritrosia ad arruolarsi.
Succede, con differenti proporzioni, tanto sul fronte ucraino quanto su quello russo. Con le autorità che corrono ai ripari per rilanciare le campagne militari in vista delle operazioni delle prossime settimane. A Kiev il morale della popolazione non era mai stato un grosso problema. I centri per l’arruolamento spesso hanno dovuto rimandare indietro gli aspiranti soldati a causa delle richieste in sovrannumero.
Ma nelle ultime settimane si stanno ripetendo episodi che da soli raccontano le paure e la stanchezza di molti uomini che preferirebbero stare alla larga dalle trincee, soprattutto nel Sud, dove gli arruolatori sono stati ripresi a trascinare con la forza i renitenti alla leva. Per sfuggire all’addestramento c’è chi ha finto malanni e chi ha contratto matrimoni di comodo. Le visite del presidente Zelensky nelle città più esposte alla linea del fuoco servono anche a questo: incoraggiare gli esitanti a imbracciare le armi. La battaglia per Bakhmut sta costando molte vite.
Centinaia tra gli ucraini, migliaia tra i russi. Non ci sono numeri ufficiali – del resto mai forniti dall’inizio dell’invasione – ma le preoccupazioni del Cremlino confermano la necessità di «carne da cannone». Il gruppo di mercenari Wagner prevede di reclutare circa 30.000 nuovi combattenti entro la metà di maggio. Lo ha detto Evgeny Prigozhin, fondatore e plenipotenziario degli «omini verdi», come vengono definiti i soldati di ventura a disposizione delle campagne militari di Putin. In un messaggio audio su Telegram, l’ex cuoco personale del presidente russo ha dichiarato, senza fornire alcuna prova, che la sua milizia privata ha aperto 42 centri di arruolamento in tutta la Russia dove vengono assunti ogni giorno tra i 500 e gli 800 aspiranti combattenti.
A gennaio, gli Stati Uniti hanno stimato in 50mila uomini l’esercito di Prigozhin dispiegato in Ucraina, di cui 40mila ex detenuti rilasciati dalle carceri russe a condizione che si recassero in trincea. La gran parte sono stati massacrati durante i combattimenti. Per incoraggiare altri criminali a schierarsi con le forze armate, più di 5.000 detenuti passati dalle carceri alla prima linea sono stati graziati dal presidente Putin. E per tranquillizzare l’opinione pubblica locale il fondatore del “Wagner” ha assicurato, senza fornire riscontri, che solo lo 0,31% degli ex galeotti è tornato a delinquere.
Fonti del governo di Kiev hanno sostenuto che nelle ultime settimane circa 30mila “wagneriti” non sono più in grado di combattere perché uccisi, feriti o disertori. Anche in questo caso, numeri tutti da verificare, ma in parte confermati proprio dal massiccio arruolamento avviato in questi giorni da Prigozhin.
Nelle recenti settimane il capo della Wagner è stato significativamente loquace, non di rado per criticare il ministero della Difesa di Mosca, accusato di non aver fornito armi e uomini a sufficienza alla sua compagnia. Prigozhin ha fatto sapere che «il reclutamento sta andando meglio del previsto», e che i «volontari» inviati sul fronte «sono in condizioni fisiche migliori» rispetto agli ex detenuti inizialmente mandati al macello sulle trincee di Bakhmut, quella che lo stesso Prigozhin in un misto di realismo e disprezzo per gli ultimi arruolati chiama «il tritacarne».
Anche Kiev deve fare i conti i militari che a partire dall’autunno potrebbero cominciare a scarseggiare. Per ovviare, vengono già precettati ragazzi di 17 anni, convocati nei campi di addestramento in attesa di venire impiegati in battaglia dopo che saranno maggiorenni. Per molte famiglie è un vero dramma.
E a Odessa come in altre città più volte si è vista la polizia militare in azione per convincere, con le buone e con le cattive, chi di andare a combattere e tornare invalido o in una bara non ne vuol sapere. In alcuni mercatini fino allo scorso mese venivano vendute ingessature per le gambe, con cui fingere di essere momentaneamente inabili all’addestramento e scongiurare l’arruolamento.
«Adesso chiediamo sempre un referto medico e facciamo verifiche con i dottori dell’esercito», spiega un capitano dell’artiglieria impegnato lungo il fronte sud. Nei giorni scorsi il servizio di sicurezza ucraino ha bloccato una ventina di canali Telegram nel quale venivano forniti consigli per stare alla larga dalla mobilitazione. Per sottrarsi c’è chi ha contratto matrimoni fittizi e ottenuto esenzioni mediche. Ma a causa dei procedimenti giudiziari questo fenomeno sembra in diminuzione.
Lunedì scorso alla Duma – la Camera bassa del Parlamento russo – è stato presentato un disegno di legge che prevede di spostare l’età della chiamata al servizio di leva. A oggi possono essere chiamati alla leva obbligatoria i maschi tra i 18 e i 27 anni, ma il progetto di legge posticipa l’obbligatorietà dai 21 ai 30 anni.
Dall’inizio dell’offensiva Mosca ha adottato una serie di misure repressive che puniscono ogni critica nei confronti dell’esercito. Questa settimana un tribunale militare ha condannato un uomo, Kirill Butylin, a 13 anni di carcere per aver appiccato il fuoco a un centro di arruolamento militare.