Ucraina. Zuppi: la pace è forza, non debolezza. Il «cuore ferito» di Olena Zelenska
Olena Zelenska con l'ambasciatore ucraino Yurash, il presidente di Sant'Egidio Impagliazzo e monsignor Gnavi
«Occorre fare di più e con più coraggio». Il cardinale Matteo Zuppi chiede un cambio di passo per fermare la guerra in Ucraina. Perché «la pace non è mai debolezza ma forza, tanto più se garantita seriamente in un quadro credibile e forte». Il presidente della Cei chiama in causa «la comunità internazionale». E lancia un monito alla Ue, schiacciata su posizioni belligeranti: «Ricordiamoci che l’Europa è nata per immaginare la pace, impensabile fra popoli che si erano combattuti per secoli».
La Messa per la pace presieduta dal cardinale Zuppi alla presenza della moglie di Zelensky - Gambassi
Le sue parole risuonano nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma scelta dall’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, per portare intorno all’altare, nella Messa presieduta da Zuppi, le sofferenze e le speranze della sua gente a mille giorni dall’inizio dell’invasione russa. Ma anche per ringraziare «il Papa per tutte le iniziative volte a sostenere il popolo ucraino» e il presidente della Cei «che, in quanto inviato speciale del Pontefice per la pace, sta aiutando a rimpatriare gli ucraini dalla prigionia, fra cui bambini, detenuti di guerra, membri del clero incarcerati, giornalisti, civili e militari, ma anche i corpi dei nostri difensori uccisi», dice Olena Zelenska. La moglie del presidente Volodymyr Zelensky è in prima fila nella celebrazione di oggi pomeriggio. Al suo fianco la figlia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Laura, ma anche le first lady di Lituania, Serbia e Armenia riunite per «condividere gli orrori dell’aggressione russa e dell’oblio cosciente della verità», afferma l’ambasciatore Yurash.
La Messa per la pace presieduta dal cardinale Zuppi nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma - Gambassi
Descrive una «notte ancora profonda» il cardinale Zuppi nell’omelia. E ricorda «l’insistenza commossa di papa Francesco che non si arrende di fronte alla guerra e non si stanca di domandare se abbiamo fatto tutto il possibile» per una svolta. Poi ripete un interrogativo: «Quanto manca al giorno della pace?». Francesco, sottolinea il presidente della Cei, «cerca di affrettarlo chiedendo di favorire il dialogo». Dialogo che «non è arrendevolezza ma via per ottenere ciò che altrimenti si misura solo con le armi». Quindi l'invito «il coraggio di fermarsi non per perdere, ma per vincere con il negoziato». Eppure, in mezzo alle bombe e alle battaglie, ci sono persino «luci di vita e di vicinanza che rendono umano anche quello che più disumano non potrebbe essere», dice il porporato. E cita qualche esempio: i «bambini ucraini accolti questa estate in tante famiglie italiane», «la solidarietà che ha mobilitato le parrocchie nella Penisola», l’«accoglienza dei profughi» che, aggiunge Zuppi allargando lo sguardo oltre l’emergenza di Kiev e lanciando un monito alla politica italiana, «va sempre assicurata, anche con corridoi umanitari e di lavoro».
La Messa per la pace presieduta dal cardinale Zuppi nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma - Gambassi
È la moglie di Zelensky che racconta i «cuori feriti» della nazione invasa per «le perdite quotidiane» e per l’«ansia nei confronti dei nostri cari». Ma anche i suoi desideri. «Il Paese vuole vedere tutti i suoi figli a casa e ambisce a una pace giusta a duratura». Necessità di cui si fa interprete anche Zuppi quando avverte che «pace e giustizia sono unite come due sorelle inseparabili: infatti l’una aiuta, permette e difende l’altra». Nella Basilica che è la “casa” della Comunità di Sant’Egidio di cui il cardinale è uno dei nomi illustri, i volti dei romani si mescano a quelli degli ucraini, con le coccarde gialle e blu sugli abiti. Fra loro il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, a fare gli onori di casa con il rettore monsignor Marco Gnavi. Numerosi i sacerdoti ucraini. E i seminaristi greco-cattolici che studiano nella capitale.
Il Papa riceve in udienza Olena Zelenska, moglie del presidente Zelesnky - Vatican Media
Per Olena Zelenska la celebrazione con Zuppi è uno degli ultimi appuntamenti della sua giornata romana. Al mattino visita l’ospedale Bambino Gesù dove sono stati accolti e curati 2.500 bambini ucraini grazie all’azione della Santa Sede. E la first lady viene ricevuta anche in udienza privata da Francesco che torna ancora a parlare dei mille giorni di invasione russa. «Una ricorrenza tragica per le vittime e per la distruzione che ha causato. Ma allo stesso tempo una sciagura vergognosa per l’intera umanità», chiarisce durante l’udienza generale in piazza San Pietro. E, incontrando i partecipanti al Colloquio del dicastero per il Dialogo interreligioso che si sta tenendo in Vaticano, spiega che l’attualità di un mondo «diviso e lacerato da odio, tensioni, guerre e minacce di un conflitto nucleare», come si legge anche «sui giornali», deve spingere «a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la sicurezza e lo sviluppo integrale dell’intera umanità».