Ucraina. La guerra segreta: i mercenari Wagner sfidano i reparti speciali stranieri
C’è una guerra dell’ombra che si combatte in Ucraina. Lontano dai riflettori si aggirano forze speciali, commando occidentali e mercenari al soldo dei russi. Kiev ha almeno 4mila “spetsnaz” in campo, militari equipaggiati coi migliori sistemi angloamericani e francesi. I britannici hanno spedito sia missili sia consiglieri militari. Molti incursori inglesi proverrebbero dai ranghi dello Special air service (le gloriose Sas) e dello Special boat service, i gioielli della Corona.
Citando il capitano Yuriy Myronenko, il Times racconta che i soldati al servizio di sua maestà sono in Ucraina per insegnare alle reclute locali come maneggiare i missili Nlaw. Nonostante il ministero della Difesa britannico taccia, è verosimile che commando britannici stiano combattendo in prima linea con gli omologhi ucraini. Sarebbero spalleggiati da unità della Delta force statunitense, ’armate’ con passaporti falsi e uniformi ucraine. Senz’altro nella brigata di volontari arruolata dal presidente Zelensky militano molti ex militari d’élite an- glo-americani. Si spiegherebbero in parte così le ottime performance delle forze armate di Kiev. È almeno dal 2015 che gli americani operano dietro le quinte.
La Cia ha insegnato ai commando ucraini le tecniche di contro-ingerenza, il cecchinaggio, l’organizzazione di reti clandestine di resistenza e la guerra informatica offensiva. Anche il Canada e la Francia sarebbero della partita. Da gennaio un contingente canadese del Reggimento per le operazioni speciali opera nell’ovest del Paese. Della Francia si sa poco. Ma come ha fatto l’unità d’élite della gendarmeria d’oltralpe a raggiungere l’ambasciata di Kiev in poche ore, in piena guerra, quando lo spazio aereo era già in pugno ai russi e tutte le strade erano congestionate, piene di profughi in marcia? Dietro potrebbe esserci lo zampino del Comando francese per le operazioni speciali e del suo reggimento di dragoni paracadutisti. Mosca non è da meno. Ha fatto ampio ricorso alle forze non convenzionali.
I suoi mercenari, quasi tutti della Wagner, sono dei veterani del Donbass. Il New York Times è convinto che almeno un migliaio di loro operi oggi in Ucraina, in aumento nell’ultimo mese. La società militare privata russa ha fatto ruotare gli uomini. Ha richiamato parte di quelli presenti in Siria e in Libia e li ha dirottati in Ucraina. Non solo: la Wagner starebbe anche gestendo l’afflusso di mercenari siriani, veterani della guerra di Libia, proiettandoli da un teatro all’altro. Per i vertici russi è una boccata d’ossigeno, visto il deficit cronico di soldati. Anche se Mosca dichiarerà formalmente guerra all’Ucraina, mobilitando la nazione, non è detto che i riservisti e i coscritti siano all’altezza del compito. La mobilitazione richiede settimane di tempo, se non mesi.
Ecco perché i mercenari, pronti immediatamente, tappano le falle di una strategia finora fallimentare. C’è solo un problema: aumenteranno ancora la brutalità della guerra e l’accanimento contro i civili. In tutte le missioni svolte finora per il Cremlino si sono macchiati di crimini spregevoli, sia in Centrafrica, sia in Mali. Una pessima notizia.