Cina. Il Partito si autocelebra "conquistando" Taiwan
Il presidente cinese Xi Jinping celebra i 75 anni di vita del Partito comunista cinese a Pechino
Rosse le (enormi) bandiere drappeggiate. Rosso il simbolo del Partito. Rossi i fiori che ornavano il podio da cui ha parlato. Nel tripudio fiammeggiante per i 75 anni dalla fondazione del Partito Comunista Cinese, il presidente Xi Jinping ha ribadito i capisaldi inamovibili della politica Cina, punti fermi sui quali continua a battere con metronomica puntualità. Primo: Taiwan "è territorio sacro della Cina”. Secondo: la Cina “si opporrà risolutamente alle attività separatiste per l'indipendenza di Taiwan". Terzo: "la riunificazione completa è l'aspirazione comune di tutti i cinesi in patria e all'estero". Quarto: siamo davanti “a una tendenza irresistibile e una giusta causa che riflette la volontà del popolo. Nessuno può fermare la ruota della storia". Quinto: il popolo cinese è pronto a dare il suo contributo “alla nobile causa di pace e sviluppo dell'umanità”.
Ma che “compleanno” è stato? In realtà, in tono minore. Dietro la retorica esibita da Xi al banchetto di Stato al quale hanno partecipato circa tremila persone, si addensano in realtà una serie di nubi che spiegano in parte l’“aggressività” cinese. L’economia del gigante asiatico continua a rallentare, non si è mai ripresa dalle chiusure ad oltranza legate al Covid, deve fare i conti con l’ostilità e i dazi Usa, e l’obiettivo della crescita al 5 per cento, sbandierata dalla leadership del partito, potrebbe in realtà sfuggire di mano. Quanto è “malata” l’economia cinese? La prolungata crisi immobiliare ha infettato altri settori dell'economia. Il forte debito pubblico e la crescente disoccupazione hanno intaccato i risparmi e minato la capacità di spesa. La scorsa settimana, Pechino ha annunciato una serie di misure per rilanciare l'economia, tra cui tassi di interesse più bassi e minori requisiti di acconto per i mutui. Basteranno? Le aspettative dei cinesi sono passate da essere floride a cupe: la percentuale di coloro che si sentono pessimisti sul futuro è aumentata, passando da appena il 2,3% nel 2004 al 16% nel 2023. Come ha sottolineato la Bbc, “la crescita esplosiva ha trasformato la Cina in una potenza globale e la prosperità stabile è stata la carota offerta da un regime repressivo che non ha mai allentato la presa sul bastone”.
La Grande Sala del Popolo a Pechino - REUTERS
"La strada da percorrere non sarà piana, ci saranno sicuramente difficoltà e ostacoli e potremmo incontrare prove importanti come forti venti e mare mosso, o persino onde tempestose", ha ammesso lo stesso Xi durante il banchetto alla vigilia dell'anniversario.
Il fronte militare è sempre più “agitato”. Domenica il ministero della Difesa di Taiwan ha fatto sapere di essere in allerta dopo aver rilevato "ondate multiple" di missili lanciati in profondità nella Cina interna. I missili sono stati lanciati dalla Forza missilistica dell'Esercito popolare di liberazione cinese nelle regioni interne della Mongolia interna, Gansu, Qinghai e Xinjiang. Le forze di difesa aerea di Taiwan hanno "mantenuto un alto livello di vigilanza e rafforzato la loro allerta". Il nuovo allarme è arrivato solo pochi giorni dopo che la Cina ha lanciato un missile balistico intercontinentale nell'Oceano Pacifico per la prima volta in 44 anni. Per gli analisti un messaggio agli Stati Uniti e ai suoi alleati.
L’escalation va proiettata sullo sfondo del braccio di ferro a distanza con gli Usa. E con l’ennesima trasfusione di risorse militari all’isola ribelle. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Biden ha delegato il segretario di Stato "a guidare il prelievo fino a un massimo di 567 milioni di dollari in articoli e servizi per la difesa" dalle scorte del Pentagono, nonché a fornire assistenza per l'istruzione e l'addestramento militare. Lo scorso aprile gli Usa hanno approvato miliardi di aiuti militari all'isola di fronte a una Cina impegnata in attività sempre più assertive. "Non importa quante armi gli Stati Uniti forniscano a Taiwan, questo non scuoterà la nostra ferma determinazione a opporci alla sua indipendenza e a salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale", è stato il commento del portavoce del ministro degli Esteri cinese, Lin Jian.