La rivelazione. Covid, «la Cina isolò il virus 15 giorni prima di darne l'annuncio»
Un reparto Covd in un ospedale di Wuhan, a febbraio 2020
La Cina isolò il virus Sars-CoV-2, riuscendo a mapparlo alla fine di dicembre 2019 ma tenne riservata la notizia per almeno due settimane. È quanto sta emergendo da documenti del dipartimento della Salute statunitense, ora all'esame di una commissione della Camera dei Rappresentanti, e che sono stati visionati dal Wall Street Journal, che ne ha diffuso alcuni contenuti, sollevando nuovi dubbi sulla condotta delle autorità cinesi nei giorni immediatamente precedenti la pandemia, quelli cruciali.
I documenti mostrano che un ricercatore cinese, Lili Ren, dell’Institute of Pathogen Biology di Pechino, ha caricato una sequenza quasi completa della struttura del virus in un database gestito dal governo degli Stati Uniti il 28 dicembre 2019, mentre la Cina condivise la sequenza del virus con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) solo l’11 gennaio 2020. I funzionari cinesi per giorni descrissero pubblicamente l'epidemia a Wuhan, come una polmonite virale «di causa sconosciuta», e dovevano ancora chiudere il famigerato mercato di Huanan, luogo di uno dei primi focolai di Covid-19.
Le nuove informazioni, precisa il quotidiano americano, non fanno luce sul dibattito se il coronavirus sia emerso da un animale infetto o da una fuga di laboratorio. Ma le due settimane in più avrebbero comunque potuto rivelarsi fondamentali per aiutare la comunità internazionale a comprendere le modalità di diffusione del Covid-19, a sviluppare prima le contromisure mediche e gli studi su un vaccino e, probabilmente, a contenere meglio l’impatto dell’emergenza. Alla fine del 2019, infatti, scienziati e governi di tutto il mondo stavano facendo a gara per comprendere la misteriosa malattia che poi avrebbero chiamato Covid-19 e che avrebbe ucciso milioni di persone.