Emirati Arabi Uniti. La battaglia di Haya contro il marito-sovrano
La principessa Haya, 45 anni
Non è solo una causa di divorzio quella che oppone Haya di Giordania, figlia del defunto re Hussein e sorellastra dell’attuale sovrano Abdallah II, e il consorte settantenne Mohammed Bin Rached al-Maktoum, sultano dell’emirato del Dubai e vice-presidente degli Emirati arabi uniti. La “Guerra dei Roses” mediorientale rappresenta suo malgrado lo scontro – violento e con numerose vittime – fra due modelli culturali, due epoche, due mondi. Haya ha 45 anni e dal severo al-Maktoum – almeno così l’iconografia reale lo ritrae, tutto lenti a specchio e falconi appollaiati sul braccio – ha avuto due figli, oggi di undici e sette anni.
Alcuni mesi fa è fuggita con loro dal regno di adozione, finendo per riapparire a Londra. Ed è proprio dalla capitale britannica che la principessa ha lanciato il guanto di sfida al sistema discriminatorio e oppressivo nei confronti delle donne che vige nel sultanato. Al suo fianco il fratello germano Ali, da subito suo alleato in questa guerra.
La «Guerra dei Roses» in salsa mediorientale
Haya chiede non solo la conclusione legale del proprio matrimonio, ma soprattutto l’affido esclusivo dei piccoli e misure a loro tutela: la principessa teme unioni precoci e forzate organizzate dal casato del marito. Al-Maktoum reclama il ritorno immediato della prole a casa. Dopo due giorni di audizioni, il 31 luglio l’Alta corte di giustizia di Londra ha fissato la prima udienza del processo per l’11 novembre. Non si conoscono i dettagli della vicenda, ma i sudditi giordani fanno il tifo per la bella Haya, come dimostrano le migliaia di commenti a lei favorevoli pubblicati sul Web.
Appassionata di calcio e campionessa di equitazione
Il fatto è che la donna è una figura particolarmente cara in patria: appassionata di calcio, campionessa di equitazione (ha partecipato ai Giochi olimpici di Sidney 2000 in rappresentanza del Regno di Giordania), impegnata nel sociale in prima persona (ha fondato un’associazione, Tkiyet Um Ali, che si occupa della distribuzione dei pasti nelle aree più svantaggiate di Amman), colta ed emancipata, Haya si è sempre battuta per la parità di genere nel mondo arabo.
La sposa numero 6
Questo prima che nella sua vita ci fosse un repentino cambiamento, successivo al coup de foudre per l’uomo forte del Dubai, più vecchio di lei di venticinque anni e già a quota cinque mogli. La moderna Haya ne è diventata la sposa numero sei nel 2004, lasciando familiari e amici a bocca aperta. Le voci si rincorrono, alcuni media emiratini riferiscono che la principessa sarebbe partita con 34 milioni di euro appresso. Al momento, il re Abdallah II non si espone, ma è probabile che l’opinione pubblica giordana gli chieda presto una presa di posizione: Haya e il fratello Ali sono nel cuore dei giordani fin da quando persero prematuramente la madre, Alia.
La tentata fuga della figlia del re
Haya non è l’unica donna di stirpe reale ad aver incrinato l’immagine vincente degli al-Maktoum di Dubai. Un anno fa, Latifa, figlia 32enne del sultano, ha tentato la fuga via mare con l’aiuto di un’amica finlandese, ma è stata bloccata dalla polizia e riportata indietro. In un video di poco anteriore, aveva chiesto aiuto, denunciando la segregazione di cui era vittima assieme a Shamsa, sua sorella maggiore, riportata in patria dopo un tentativo di fuga a 18 anni, imprigionata e costantemente riempita di barbiturici.