Tra Kiev, Mosca e Varsavia è in atto la guerra degli hacker. Le ultime battaglie li vedono protagonisti nella falsificazione dei tweet del presidente russo Medvedev e negli attacchi al governo polacco.
Il profilo Twitter ufficiale di Dmitry Medvedev è stato "piratato" dagli hacker, che hanno annunciato le (false) dimissioni del primo ministro russo, con critiche feroci al presidente Vladimir Putin. "Mi dimetto. Mi vergogno delle azioni del governo. Perdonatemi", affermava Medvedev nel suo account sul social network in
lingua russa. "Volevo dirlo da tempo: Vova sbagli!", si poteva leggere in un altro tweet rivolto a Putin.
Ma subito la stranezza di simili dichiarazioni è stata svelata. "L'account Twitter" di Medvedev "è stato piratato, i messaggi non sono autentici. Stiamo
lavorando sul problema", ha dichiarato un portavoce del governo
russo all'agenzia stampa Ria Novosti. I falsi tweet non si sono
comunque arrestati e il profilo è rapidamente diventato "top
trend" (prima tendenza) a Mosca, con il numero di followers che
è schizzato da 10mila a oltre 2 milioni e mezzo. "La Crimea non
è nostra. Per favore, retweetate", recitava un altro messaggio.
Sul fronte polacco, invece, il gruppo di hacker ucraini Cyber
Berkut ha lanciato oggi un attacco informatico contro due istituzioni
della Polonia, accusata di essere "uno degli sponsor del
fascismo in Ucraina". Cyber Berkut ha attaccato il sito della Presidenza Polacca
(www.prezydent.pl) e quello della Borsa di Varsavia (www.gpw.pl), che sono stati offline per un breve periodo di tempo, chiedendo "il ritiro dei mercenari polacchi dal territorio ucraino".