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Gli appelli. Parolin: contro Israele un attacco terribile e spregevole

Mimmo Muolo lunedì 9 ottobre 2023

Un medico a Gaza corre per mettere in salvo un bambino ferito

La guerra e il terrorismo «non portano a nessuna soluzione, solo alla morte». L’accorato appello di pace del Papa per la Terra Santa è risuonato domenica all’Angelus. E alla sua voce si sono unite poi quella del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, che anche ieri ha avuto parole di condanna per la guerra e chiesto una soluzione di pacifica e giusta convivenza per i popoli coinvolti, e quella della Cei, tramite una dichiarazione della Presidenza.

«Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele - ha ricordato Francesco dopo la preghiera mariana -. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti». La guerra, ha aggiunto il Pontefice, «è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta. Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina».

Il Papa ha ricordato a tal proposito che ottobre è dedicato, oltre che alle missioni, alla preghiera del Rosario. «Non stanchiamoci - ha esortato - di invocare, per l’intercessione di Maria, il dono della pace sui molti Paesi del mondo segnati da guerre e da conflitti; e continuiamo a ricordare la cara Ucraina, che ogni giorno soffre tanto, tanto martoriata».

Nella serata di domenica, poi alle parole del Vescovo di Roma ha fatto eco la voce la voce dei vescovi italiani. Nella nota della presidenza della Cei si parla di «escalation inimmaginabile» e di «dolore e grande preoccupazione». «Esprimiamo vicinanza e solidarietà - si legge nel comunicato - a tutti coloro che, ancora una volta, soffrono a causa della violenza e vivono nel terrore e nell’angoscia. Chiediamo il pronto rilascio degli ostaggi».

La Cei fa appello «alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo per placare gli animi e avviare finalmente un percorso di stabilità per l’intera regione, nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Quella Terra che riconosciamo come Santa merita una pace giusta e duratura, per essere punto di riferimento di “fede, speranza e amore”. Troppo sangue è già stato versato e troppo spesso di innocenti. Alle famiglie delle vittime e ai feriti giunga il nostro conforto. In questo mese, dedicato alla preghiera del Rosario, invitiamo tutte le nostre comunità a pregare per la pace: “Tacciano le armi e si convertano i cuori!”».

Di «attacco terribile e spregevole» ha parlato ieri il cardinale Pietro Parolin, inaugurando il convegno su Pio XII alla Pontificia Università Gregoriana.

«Non avrei mai pensato di iniziare il mio intervento - ha detto il segretario di Stato - con il doveroso e triste obbligo di condividere e trasmettere il dolore che il Santo Padre ha espresso ieri per quanto sta accadendo in Israele». La Santa Sede, ha aggiunto, «segue con profonda e grave preoccupazione la guerra. La nostra vicinanza e le nostre preghiere» sono per le vittime innocenti e le loro famiglie. «La guerra è sempre la sconfitta della dignità e l’occasione per non arrivare ad alcuna soluzione. La violenza, il terrorismo, la barbarie e l’estremismo minano le legittime aspirazioni di palestinesi e israeliani». Parlando quindi con i giornalisti, Parolin ha aggiunto: «La storia non ci ha insegnato nulla: finché non si risolve il problema, della convivenza pacifica fra palestinesi e israeliani, queste cose rischieranno sempre di ripetersi con sempre maggiore ferocia, come abbiamo visto in questi giorni». L’auspicio del cardinale è che «le armi vengano messe a tacere e che la ragione prevalga e serva a fermarsi e a riflettere sulla strada giusta per raggiungere la pace in Israele e Palestina».

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